Venerdì 19 Aprile 2024

"Rose rosse per te, grandi firme per me"

Ranieri torna con l’album “Tutti i sogni ancora in volo“: inediti d’autore, da Fossati a una lettera di Lauzi sul Parkinson (musicata per l’occasione)

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di Andrea Spinelli

Galeotti furono i Procol Harum e il loro Live with the Edmonton Symphony Orchestra. Presentando il nuovo album Tutti i sogni ancora in volo, infatti, Massimo Ranieri già anticipa la sua prossima scommessa: un disco con orchestra sinfonica di 120 elementi simile a quella radunata nel ’72 da Gary Brooker & Co. tra i solchi il loro primo, celebrato, album dal vivo. Un’impresa kolossal, per la quale soprattutto di questi tempi occorre non poco coraggio: ma si sa che il 71enne Giovanni Calone, pardon Massimo Ranieri, ha eternamente vent’anni. E al cuore dei ventenni non si comanda.

A ben guardate, infatti, un parco autori in cui spiccano i nomi di Ivano Fossati, Pino Donaggio, Pacifico, Fabio Ilacqua, Giuliano Sangiorgi, Gianni Togni, Franco Fasano, dicono che pure Tutti i sogni ancora in volo (stesso titolo e stesso Dna dell’autobiografia data alle stampe lo scorso anno e del nuovo tour al via il 25 novembre dal Politeama Greco di Lecce) è un po’ il raggiungimento di un’utopia. Era dal ’95, dall’album Ranieri, infatti, che l’interprete di Rose rosse non incideva un disco tutto d’inediti. Il lavoro s’è sviluppato sull’asse Roma-Portland, Oregon, dove risiede Gino Vannelli, cantante-produttore canadese di origini italiane già al fianco di Massimo nella precedente avventura discografica Qui e adesso di due anni fa. Anche se stavolta Massimo s’è trovato a finire le registrazioni stringendo i denti per i postumi della caduta dal palco del maggio scorso al Teatro Diana di Napoli che gli è costata "la rottura di quattro costole, oltre a quella di un polso e di un omero".

"Lui, da lassù, deve aver detto: “non ti vuoi fermare capatosta? Mo’ ti fermo io“ – scherza Ranieri – . La cosa mi ha spinto a prendere quei 50 giorni di fermo forzato come un segnale: non posso pretendere dal mio corpo più di quanto mi può dare. Ancora oggi, comunque, le corsette mattutine sul Lungotevere non me le toglie nessuno". Uno dei brani più significativi del disco, La mia mano a farfalla, nasce da un testo di Bruno Lauzi. "Sedici anni dopo l’addio ho trovato questa sua poesia che Franco Fasano ha musicato e Vannelli trasformato un mambo" dice Ranieri spiegando che la mano del titolo è quella di un malato di Parkinson. "Bruno era un gigante, che nel 2006 ha raccontato la propria infermità in “lettera aperta a Mr. Parkinson“ e l’ha affrontata con grande dignità e coraggio. Ricordo che una sera a Milano, tanto tempo fa, lo incontrai in un ristorante in cui eravamo andati a cena con Strehler all’una di notte. Lauzi mi disse: “Vorrei farti ascoltare una canzone“. E io: “Grazie, ma non canto più“. Me la accennò lo stesso, con la sua voce rauca. Rimasi basito e gli dissi: “Mi dai un gran dolore, perché è splendida“. Dopo molti anni, la sentii interpretare dalla grande Mimì a Sanremo. Era Almeno tu nell’universo".

Disco e libro potrebbero diventare uno show per Raiuno. "Ne ho parlato con Ballandi Multimedia che vorrebbe produrlo, ma ci servono idee" spiega Ranieriche intanto sta girando anche una fiction per Canale 5, La voce che hai dentro, "su un ex cantante che esce di galera, dov’è finito per l’omicidio del padre, cantante a sua volta. Vuole ricominciare: scommettendo sui trapper. E risolvendo il mistero che gli ha rovinato la vita...".

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