Giovedì 11 Aprile 2024

Global warming, gli oceani si riscaldano anche in profondità

Nell'oceano Atlantico settentrionale una grande quantità del calore in eccesso prodotto dall'uomo si accumula sotto i 700 metri: una cattiva notizia per il clima e la vita marina

Il calore in eccesso si accumula nelle profondità degli oceani

Il calore in eccesso si accumula nelle profondità degli oceani

Una grossa fetta del calore assorbito dagli oceani si accumula nelle acque profonde. A rivelarlo è uno studio pubblicato sulla rivista Communications Earth & Environment, a cura di un team anglo-francese, secondo cui nell'Atlantico del Nord il 62% del riscaldamento in eccesso prodotto dall'uomo tra il 1850 e il 2018 è stato immagazzinato sotto i 700 metri. In base a questi dati, i ricercatori stimano che nelle profondità marine la temperatura si alzerà di altri 0,2 gradi nei prossimi 50 anni, un valore che per quanto apparentemente piccolo genera ulteriore preoccupazione per quanto riguarda i cambiamenti climatici. "Alla luce del progressivo riscaldamento del nostro pianeta, è fondamentale capire come il calore in eccesso assorbito dall'oceano venga ridistribuito al suo interno, dalla superficie ai fondali, ed è importante prendere in esame le profondità oceaniche per valutare l'aumento dello 'squilibrio energetico' della Terra", ha dichiarato una delle autrici principali dello studio, la dottoressa Marie-José Messias, dell'Università di Exeter. "Oltre a scoprire che l'oceano profondo trattiene gran parte del surplus di calore", ha continuato; "il nostro lavoro mostra come le correnti oceaniche lo reindirizzino in varie regioni". I ricercatori si sono concentrati in particolare sul cosiddetto capovolgimento meridionale della circolazione atlantica (abbreviato in AMOC, dall'inglese Atlantic Meridional Overturning Circulation), una corrente dell'oceano Atlantico che influenza in modo significativo il clima globale. L'AMOC funziona come un nastro trasportatore, che convoglia acqua calda dai tropici verso Nord negli strati superficiali, e all'opposto flussi di acqua fredda in profondità verso Sud. Lo studio ha messo in luce il ruolo chiave della circolazione atlantica nel trasferire il calore da una parte all'altra del globo. Messias ha sottolineato come il calore in eccesso proveniente dagli oceani dell'emisfero meridionale stia diventando un fattore sempre più importante nell'Atlantico settentrionale, dove oggi si accumula circa un quarto di tutto il riscaldamento eccedente. Secondo le stime più accreditate gli oceani assorbono il 90% del calore derivante dalle attività umane. Il riscaldamento delle acque comporta una serie di gravi problemi, quali ad esempio l'innalzamento del livello del mare, la deossigenazione e l'acidificazione degli oceani, il deterioramento degli ecosistemi, che si traducono in una forte minaccia per vita marina, ma anche per quella degli esseri umani in modo più o meno diretto.

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