Ribelle, libertino, brillante: è l’altro Manzoni

Eleonora Mazzoni getta una nuova luce sullo scrittore grazie alle lettere agli amici, alla moglie Enrichetta, alla madre Giulietta

di Silvia

Gigli

Irrequieto, ipersensibile, suscettibile al fascino delle donne, mangiapreti, rivoluzionario e al tempo stesso timoroso, innovatore, amante della ricerca scientifica, abbandonato da padre e madre in tenera età, un amore inossidabile con la moglie Enrichetta, protestante. Dieci figli e numerosi aborti, una vita dedicata all’operosità dell’agricoltura e alla scrittura.

Ecco Alessandro Manzoni. Un uomo complesso, pieno di sfaccettature, soggetto a crisi nervose eppure coraggioso nei suoi scritti. Ciascuno di noi ha dovuto leggere al liceo capitoli interi dei Promessi sposi trovandoli per lo più noiosi e pedanti. Eppure, se qualcuno si fosse preoccupato nella realtà di Manzoni, partendo dal perché avesse ambientato il suo capolavoro durante la peste del ‘600, tutto sarebbe un po’ più chiaro.

A colmare le lacune ci ha pensato l’attrice e scrittrice Eleonora Mazzoni, classe ’65, nata a Forlì, una passione smodata per Alessandro Manzoni. Il prossimo anno il suo libro sarà letto nelle scuole e c’è da scommettere che la percezione sul grande autore cambierà. Il cuore è un guazzabuglio – Vita e capolavoro del rivoluzionario Manzoni (Einaudi) è il volume firmato da Eleonora – presentato ieri al Festival della Fantasia di Ferrara – e che lei ama di un amore antico e viscerale. "Ho letto per la prima volta I promessi sposi a 12 anni e ho continuato per anni a studiarlo, approfondirlo, trovandoci sempre cose nuove. È stato un gran compagno di viaggio", rivela. Nel 2015 ha iniziato a scrivere quello che sarebbe diventato Il cuore è un guazzabuglio: "Non è stato facile. C’erano molte biografie su Manzoni ma erano legnose. Mi hanno salvato le sue lettere, scritte in francese e in dialetto milanese. Lettere all’amica nobildonna Sophie de Condorset e al compagno di lei Claude Fauriel, alla moglie Enrichetta, alla madre Giulietta, agli amici come Silvio Pellico".

È stata una rivelazione. Sentimenti, dubbi, storie di vita e invenzione si mescolano in un romanzo godibilissimo che ha il merito di far vivere Manzoni come autore ossessionato dal silenzio e rivoluzionario politicamente impegnato. Il tutto impastato di quei traumi subìti nell’infanzia quando la madre, Giulia Beccaria (figlia di Cesare) lo mise in collegio e il padre, l’anziano Pietro Manzoni, in pratica si disinteressò di lui. Vent’anni dopo, attratto da Parigi, Manzoni parte in carrozza alla volta della Ville Lumière e lì ritrova la madre. Non si lasceranno mai più. Nemmeno quando lui, sensibile al fascino femminile, decise di sposare la protestante Enrichetta Blondel, donna mite ma di tempra che fu per tutta la vita il suo centro di gravità.

"Manzoni è un uomo complesso per il suo tempo, partecipa ai salotti illuministi a Parigi e al tempo stesso sperimenta le tecniche più avanzate di coltivazioni, importando semi e piante dall’estero" ricorda Eleonora. Dopo essersi avvicinato alla spiritualità della moglie, che si era convertita al cattolicesimo, Manzoni la perde a soli 42 anni. Per lui è un dolore incommensurabile. "La fede di Manzoni vacilla – spiega Eleonora –. Non è un bigotto, non se ne fa una ragione. Si risposerà ma niente sarà come prima e la sua Lucia dei Promessi sposi sarà docile e determinata come la sua dolce, indimenticabile, Enrichetta".

Eleonora Mazzoni ha scritto nel 2012 Le difettose (Einaudi) un libro semiautobiografico sulla difficoltà a diventare madri e sul percorso ad ostacoli per arrivarci (se ci si arriva). "Ho conosciuto donne dai 35 ai 50 anni con difficoltà a concepire. Non è una questione idoeologica, è vita. Ho iniziato il libro al quarto tentativo di inseminazione. È stato come una forma di liberazione psicologica. Poi sono rimasta incinta di due gemelli".

A differenza di Manzoni, oggi fare figli non è più così facile. Si parlerà anche di questo il 22 maggio, nel 150° della morte del poeta, alle 20.30 al Teatro Manzoni di Roma con l’autrice, con Paolo Di Giorgio e Filippo La Porta e con letture di Giorgio Marchesi. Alessandro tornerà dunque a vivere con tutta la sua verve e le sue paturnie grazie alla penna gentile di Eleonora Mazzoni.

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