Martedì 23 Aprile 2024

Perché ci sono dei ratti che guidano una mini automobile?

Alcuni ricercatori hanno messo dei roditori 'al volante' di un piccolo veicolo, dimostrando che anche il cervello degli animali è capace di cose in apparenza impossibili

Roditori al volante (Foto: Kelly Lambert/University of Richmond)

Roditori al volante (Foto: Kelly Lambert/University of Richmond)

Ratti alla guida di piccole automobili. L'improbabile scenario non arriva da un film della Disney/Pixar ma dai laboratori della University of Richmond, dove un gruppo di ricercatori ha messo alla prova alcuni roditori con dei veicoli a quattro ruote fatti su misura. L'equipe guidata dalla scienziata Kelly Lambert ha progettato questo singolare esperimento per dimostrare come un ambiente ricco di stimoli possa migliorare le funzioni cognitive, spingendo gli animali a svolgere anche compiti apparentemente impossibili. Come si legge sulla rivista Behavioral Brain Research, la mini auto, il cui nome in codice è ROV (rodent operated vehicle), è stata costruita assemblando un barattolo di plastica munito di ruote con motore elettrico, che consente di avanzare o sterzare lateralmente toccando una barra di rame. Per comandare un mezzo di questo tipo serve un mix abilità piuttosto complesse, che coinvolgono la sfera cognitiva e quella motoria, oltre che l'attenzione visuospaziale. Tuttavia, dopo un po' di tentativi, i ratti hanno imparato a controllare il veicolo, riuscendo a dirigersi con successo verso la ricompensa, ossia una barretta zuccherata ai cereali. Lambert ha spiegato che quanto osservato conferma la tesi secondo cui il cervello è un organo altamente plastico, che viene in parte plasmato dalle nostre esperienze. L'analisi condotta in parallelo su alcuni marker dello stress, ha inoltre documentato che di allenamento in allenamento i piloti-roditori hanno raggiunto uno stato di relax superiore alla media. Ciò suggerisce che l'apprendimento contribuirebbe a rendere gli animali meno stressati. Il fatto che lo studio sia stato condotto solo sui ratti impedisce di esprimere certezze anche per altre specie. Al di là delle implicazioni in ambito strettamente scientifico, i risultati raccolti offrono comunque degli interessanti spunti di riflessione anche per la vita di tutti i giorni. "Dico ai miei studenti che sono responsabili di ciò che fanno con il cervello ogni giorno della loro vita: stili di vita più stimolanti e arricchenti portano a reti neurali più complesse", ha commentato a tale proposito la ricercatrice.
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