Giovedì 25 Aprile 2024

Ramazzotti: leggera anche nella tempesta "Ma il prossimo film sarà una commedia"

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di Barbara Berti

"Mi piace dare voce alle donne nate ‘storte’, così metto un faro su chi è più debole". Parola di Micaela Ramazzotti, 42 anni, protagonista di Naufragi, il nuovo film di Stefano Chiantini che esce in streaming venerdì prossimo su Apple TV iTunes, Google Play, Amazon TVOD, Rakuten e Chili e il 16 luglio su Sky con Adler Entertainment. Al centro della storia, che racconta il disagio psichico nei rapporti familiari, il dolore e sullo smarrimento che ne consegue, ma anche la capacità delle persone di ricominciare a vivere, c’è l’attrice romana in un ruolo scritto su misura per lei. In Tutta la vita davanti ha interpretato Sonia, madre svampita, in Questione di cuore ha preso i panni di Rossana, donna tosta. Anna era la giovane madre ingenua e di buon cuore in La prima cosa bella (ruolo per cui ha vinto il David di Donatello), mentre Serena era una madre complessa e contraddittoria in Anni Felici.

Micaela, stavolta interpreta Maria. Che donna è?

"Una madre più infantile dei suoi stessi figli, Anna e Giuseppe (Mia e Lorenzo McGovern Zanini, ndr). Lei vive in una città di mare con il marito Antonio (Mario Sgueglia, ndr), che la ama molto, ed è sempre in preda alle sue naturali follie e ingenuità. Quando un evento tragico colpisce la famiglia Maria dovrà lottare contro un destino crudele".

Un personaggio dalle mille sfaccettature. Quale l’ha colpita di più?

"È nata storta, è una buona a nulla, ha paura di affrontare i problemi della vita. È vulnerabile ma anche stravagante e bizzarra nella prima parte del film poi ha un’evoluzione. Un ruolo così per me è un regalo. Ho un’inclinazione per personaggi di questi tipo, un’attitudine che è anche un mio impegno sociale".

Maria è una donna fragile?

"Ha problemi a vivere la quotidianità. Ma non è fragile: cade in ginocchio, ma non a tappeto. Alla fine riesce a dare una speranza".

E Micaela che donna è?

"Non è facile parlare di noi stessi, dico solo i difetti (ride, ndr). Sono un po’ ansiosa e durante la pandemia avevo mille paure poi ho capito di non essere tanto diversa dalle altre persone che avevano i miei stessi timori. La pandemia mi ha reso più libera di mostrare le mie piccole ossessioni".

Un pregio?

"Sono una persona molto curiosa. Credo che la curiosità sia fondamentale perché tiene viva la voglia di vita".

Non le va stretto il personaggio di donna drammatica?

"Il prossimo film sarà una commedia! Da Verdone ho imparato una cosa: non puoi far piangere davvero se non riesci prima a far ridere. Il dono dell’umorismo è uno dei più importanti: il cinema, la vita sarebbero una noia mortale senza il senso dell’umorismo, senza i tempi della commedia".

Oggi è sposata (con il regista Paolo Virzì) e ha due figli. Cosa resta di Micaela che faceva i fotoromanzi?

"I boccoli biondi! Avevo tredici anni e desideravo uscire dalla periferia. Allora come oggi, penso che gli anni più belli sono quelli che verranno, perché più cresci, più hai conoscenza e cultura della vita e più cerchi di migliorare".

Si sente affermata?

"Sento che voglio continuare a fare sempre meglio, vivendo alla giornata senza fare troppi progetti perché quello che arriverà sarà sempre una sorpresa".

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