
Le città di pianura di Francesco Sossai
La Basilicata esiste, diceva Rocco Papaleo nel suo film, ormai quindici anni fa. Rovigo, invece, non esiste: lo dicono nel film di Francesco Sossai Le città di pianura, presentato ieri a Cannes a Un certain regard, road movie, girato in pellicola, nella provincia veneta, fra disillusioni di cinquantenni immalinconiti, un goccio di birra, uno di vino, e via andare. Il film è una sorta di requiem per una provincia dimenticata, lasciata indietro, in qualche modo, dalla storia. A interpretare il film – che uscirà nelle sale italiane con Lucky Red – il giovane Filippo Scotti (È stata la mano di Dio) insieme a Pierpaolo Capovilla (il musicista leader del Teatro degli Orrori), Sergio Romano e Andrea Pennacchi.
Tutto nasce da un’esperienza reale, dice il regista Francesco Sossai, 36 anni, veneto di Feltre, formatosi fra Roma e Berlino: "Le città di pianura interroga chi lo guarda, non dà nessuna risposta. Ti chiede che cosa stai facendo nella vita. Lo fa attraverso l’incontro di due balordi, dominati dal rammarico e dal “beviamoci su“, con uno studente in cui si manifesta la speranza".
G.B.