Quella Padova ’Picta’ che anticipò il fulgore del Rinascimento

Quella Padova ’Picta’ che anticipò il fulgore del Rinascimento
Quella Padova ’Picta’ che anticipò il fulgore del Rinascimento

Padova nel Trecento anticipa in qualche modo il Rinascimento Fiorentino, come dimostrano gli affreschi che rifulgono tra l’altro nella Cappella degli Scrovegni, esempio unico nel suo genere di un secolo d’oro per una città che conserva tesori entrati a far parte da luglio 2021 del patrimonio Unesco con il percorso della Padova Urbs picta. Ora, a condurci in questa atmosfera medioevale, fra guerre del territorio, potenti famiglie del tempo, committenti d’arte e artisti chiamati ad affrescare grandi opere è il docufilm dal titolo ’Urbs picta, Giotto e il sogno del Rinascimento’ prodotto da Magnitudo Film, sceneggiato da Matteo Strukul e Silvia Gorgi per la regia di Francesco Invernizzi, e ora già sulle piattaforme Rakuten, Cecchi Gori Entertainment e Amazon.

Il docufilm racconta il grande sviluppo della pittura trecentesca veneta iniziato con l’arrivo di Giotto a Padova. Nell’epoca in cui dominavano sul territorio italiano le grandi Signorie e le Repubbliche Marinare, gli artisti furono chiamati dai potenti a decorare palazzi e chiese per testimoniare il proprio potere. Giotto arrivò a Padova, intorno al 1302, su invito dai frati minori della Basilica di Sant’Antonio cui l’avevano raccomandato i confratelli di Assisi. La famiglia dei Carraresi, all’epoca in contrasto con la Repubblica Serenissima di Venezia, vollero inserirsi nel filone del cosmopolitismo contemporaneo, stringendo relazioni con le principali corti europee e assumendo al loro servizio i principali artisti del Trecento. Per inseguire le loro auto celebrative modellarono la città a loro immagine e somiglianza, originando così la Urbs Picta. Padova divenne così centro del pensiero e dell’arte pittorica, richiamando oltre a quelle già nominate, personalità come Petrarca, e, nel Quattrocento, Leon Battista Alberti, Cosimo de’ Medici, Donatello, Paolo Uccello, Palla Strozzi, anticipando di fatto il Rinascimento.

Centrale, nel docufilm, è il rapporto tra Padova e Firenze. "Abbiamo potuto – spiega Matteo Strukul, scrittore e vincitore nel 2017 del premio Bancarella con il romanzo ‘I Medici’ – filmare questi incredibili luoghi nel corso di una serie di notti al cospetto di capolavori che hanno la grande fioritura di Firenze. Molti artisti fiorentini sono arrivati a Padova chiamati da famiglie illuminate e università stringendo così un legame stretto che rimanda al sogno rinascimentale. A Padova si è immaginato il Rinascimento che poi arriverà".

"Era molto tempo – spiega il regista Gabriele Invernizzi – che desideravo iscrivere il nome di Giotto tra le più rigorose produzioni documentaristiche contemporanee. La struttura narrativa e il rigore delle immagini valorizzano al massimo il patrimonio pittorico contenuto in scrigni di assoluta bellezza come la Cappella degli Scrovegni, l’Oratorio di San Giorgio, la Cappella di San Giacomo al Santo, il Palazzo della Ragione. Ho voluto da un lato esaltare la visione della sua arte grazie all’utilizzo di macchine 8K e della luce naturale, dall’altro rispettare e assecondare la bellezza delle gigantesche superfici affrescate, la lucentezza di colori e smalti, la disposizione coreografica stupefacente delle figure concepite da Giotto, Altichiero da Zevio, Guariento d’Arpo, Giusto de’ Menabuoi, solo per citare alcuni degli artisti".

Giuliano Ramazzina

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