Martedì 23 Aprile 2024

Quando saremo profughi climatici L’eco-romanzo dell’inquietudine

Migration

C’è una famiglia travolta da una specie di tornado e costretta ad abbandonare tutto – casa, terreni, averi, parenti morti nella bufera – per cominciare una tremenda marcia per la vita, in cerca di luoghi più ospitali; c’è un’orsa, privata crudelmente dei suoi cuccioli da spietati profittatori, che vaga nei boschi accecata dal dolore e pronta alla vendetta; c’è un muro di fili spinati e uomini armati che si oppone ai fuggiaschi con cattiveria; ci sono le piante, le montagne, la terra che sembrano assistere, con la saggezza di chi ragiona coi tempi lunghi e lunghissimi della natura, al penoso affannarsi degli umani.

Mauro Garofalo ha scritto per la eco-collana “il bosco degli scrittori“ dell’editore Aboca, un romanzo che intreccia lo scenario post apocalittico degli “eventi estremi“ e le spaventose, attualissime vicende dei profughi – ambientali e no – che spingono alle frontiere d’Europa. C’è poco di “distopico“ in questo romanzo, semmai vi troviamo una proiezione, nemmeno troppo lontana nel tempo, di ciò che si prepara all’orizzonte per società che tardano ad affrontare il collasso climatico in corso.

L’ultima foresta è un romanzo cupo, tutt’altro che consolatorio, e attinge da esperienze dirette nella residua foresta primaria europea e lungo la rotta balcanica dei migranti. Le sofferenze dei profughi climatici da un lato, la rabbia violenta dell’orsa dall’altra, sono i due poli metaforici della storia e il messaggio del libro: sembriamo avviati verso la rassegnazione, ma forse l’animale indica la possibilità di lottare.

Lorenzo Guadagnucci

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