Quando Lola Montez faceva ballare i sovrani

Nasceva duecento anni fa in Irlanda la “diva“ scandalosa che sedusse Liszt, i due Dumas e spinse Ludwig di Baviera a lasciare il trono

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di Roberto Giardina

Lola Montez irrompe in Europa frusta in pugno, terrorizza e affascina la sonnolenta società che ha voglia di pace dopo le guerre napoleoniche. Inventa lo star system, famosa e desiderata anche se non sa far nulla, se non sedurre gli uomini. Lola non esiste, è la creazione di una ragazza irlandese, Eliza Gilbert, sola e senza mezzi, non è spagnola, e non sa ballare il flamenco. Ma riesce a farlo credere da Londra a San Pietroburgo.

Tra le sue conquiste troviamo Franz Liszt, i due Dumas, padre e figlio, e Lola costerà la corona a re Ludwig di Baviera. È nata a Grange, villaggio sull’Atlantico, duecento anni fa, il 17 febbraio del 1821. Forse. Scrisse una autobiografia in due volumi, un bestseller, tra invenzioni e mezze verità, si capisce poco. Sull’età “sono coquette”, confessa, civettuola, un peccato veniale. Poco importa, una diva è senza età. Vale la data ufficiale.

Il padre militare si trasferisce a Calcutta, dove muore di colera quando lei ha un anno. La madre si risposa, la bambina viene cresciuta da una balia indiana, poi spedita in un college a Bath, città termale alla moda, quella di Jane Austen, a spese di un misterioso gentiluomo (il vero padre?).

A 17 anni, dovrebbe sposare un vecchio giudice, preferisce Thomas James, ufficiale irlandese senza mezzi, e lo segue nella guarnigione in India, rivede la madre, e si annoia. Nel 1842, lascia il marito e torna in patria. Grande atto di coraggio, per una donna. Non verrà accettata dalle famiglie per bene, forse neanche come cameriera. "Non voglio tornare schiava di un altro uomo, scrive, per restare libera sarò di tutti, senza concedermi a nessuno". Femminista, a sua insaputa.Prende lezioni di danza. Maria de los dolores Potty y Montez, Lola danzatrice di Siviglia, nasce a Londra, il 3 giugno del ’43, il debutto è un successo. I critici scoprono la bugia, Eliza fugge sul Continente. Danza a Berlino per il re di Prussia Friedrich Wilhelm IV e per lo Zar Nicola I, conquistati dal suo bolero. "Ho scoperto che devo tenermi buoni i giornalisti", annota. La Unter den Linden è riservata alle carrozze dei nobili e dei ricchi a Berlino. In calesse, Lola frusta i cavalli, e irrompe sul viale proibito. Verrà espulsa il giorno dopo, e si farà cacciare dalle polizie di mezza Europa, ma i giornali parlano di Lola.

Si esibisce a Baden-Baden, a Varsavia e a San Pietroburgo. A Dresda incontra Franz Liszt, anche lui una star, come oggi un cantante rock. Il “divino Franz”, nato nel 1811, i capelli biondi lunghi fino alle spalle, guadagna almeno 300mila franchi all’anno, una decina di milioni di euro, più o meno. Non è amore, ma una passione sensuale, forse l’unica dell’algida Lola.

Liszt viaggia su una carrozza privata, un lusso straordinario; lei lo segue di tappa in tappa, lui comincia ad aver paura. A Braunschweig, Franz si alza di notte silenzioso, la chiude a chiave in camera, e fugge. L’episodio non sarà vero, ma è credibile. Sono pochi a viaggiare nell’Ottocento, Lola è l’unica donna a farlo da sola. Da Amburgo in diligenza raggiunge Parigi. Un viaggio di due settimane che costa quanto due secoli dopo un biglietto in Concorde..

E siamo al fatale incontro a Monaco. La ballerina andalusa arriva il 5 ottobre del ’46, il direttore del teatro di Corte la respinge, Lola chiede udienza al re, e Ludwig I la riceve. Secondo la voce che diffonde lei, si sarebbero già conosciuti a Roma nella chiesa di San Luigi dei Francesi. Non è vero, però basta perché sia sospettata di essere una spia dei gesuiti, espulsi dalla cattolica Baviera, o agente dei massoni. Lola balla e sarà un trionfo.

Lei ha 26 anni, lui 60, ma non è un vegliardo rimbambito. Fin da giovane, compra opere d’arte in Italia, senza mai prendere patacche. E ama le donne belle e forti. Nella Schönheitsgalerie, colleziona i ritratti delle bellezze, nobildonne e popolane, 38 quadri, non tutte sue conquiste.

Anche il ritratto della marchesa Mariannina Florenzi. Nata a Ravenna, il padre è il conte Giuseppe Bacinetti, sposa sedicenne il marchese Ettore Florenzi di Perugia, che ne ha 42. A 19 anni conosce Ludwig, allora principe ereditario, mesi dopo nasce un bambino che chiama Lodovico. Il re si ferma a lungo a Perugia ogni volta che viene in Italia. Lei è colta, traduce Hegel, Spinoza, Leibniz, i suoi libri finiscono all’indice, ma il Papa la perdona: "È solo una donna". Mariannina obbliga il re a togliere il suo ritratto dalla galleria quando sa che è stato esposto accanto a quello di Lola. La ballerina dà scandalo, fuma sigari in pubblico, il sovrano le fa visita ogni sera, cambia testamento, le lascia 100mila gulden, le regala il titolo di contessa. A Monaco scendono in strada contro la spagnola, ma ovunque in Europa nel ’48 divampa la rivoluzione.

Lola viene cacciata, Ludwig abdica. Per colpa di una ballerina? I bavaresi che la detestano ancor oggi dovrebbero decidere: spia diabolica o stupida meretrice? Ma sono precisi: l’amore per Lola è costato 158084 Gulden. Non si rivedranno più. In Europa nessuno accoglie la donna fatale, Lola emigra nel Nuovo Mondo, si esibisce in Australia, e in California tra i cercatori d’oro. Si pente, si dà alle opere di bene, muore a New York il 17 gennaio del 1861. Vita breve di Eliza, donna sola tra molti uomini.

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