Mercoledì 24 Aprile 2024

Quando l’Italia inventò il primo Topolino

Il 31 dicembre di novant’anni fa l’editore fiorentino Nerbini lanciò un settimanale interamente dedicato al personaggio della Disney

La copertina del primo numero di Topolino dell’editore Nerbini (31 dicembre 1932)

La copertina del primo numero di Topolino dell’editore Nerbini (31 dicembre 1932)

"Topolino dal rinchiuso fatto ardito, anzi gradasso, al bestione in pieno muso scaglia dritto un grosso sasso". È con un’incauta sassata tirata in testa a un elefante che comincia 90 anni fa, il 31 dicembre 1932 a Firenze, l’avventura editoriale di Topolino, il primo settimanale al mondo dedicato al personaggio disneyano, ancora nella sua dimensione di scavezzacollo. Topolino (Mickey Mouse nell’originale americano) aveva già conquistato il pubblico con il suo esordio a cartoni animati nel 1928 e le strisce quotidiane sui giornali, comprese quelle pubblicate in Italia dall’Illustrazione del Popolo nel 1930. Tuttavia, ancora Topolino non aveva ancora un giornalino tutto suo (o comunque a lui intitolato) cosa che avviene, appunto, nel 1932 grazie all’intuito del grande editore Giuseppe Nerbini e del figlio Mario che propone per la prima volta una testata dedicata al simpatico topo in calzoncini, protagonista della prima pagina.

In realtà, il Topolino nerbiniano non è esattamente quello disneyano e le storie brevi e in rima (sullo stile del Corriere dei Piccoli) non sono quelle create dagli autori delle strisce originali, a partire da Floyd Gottfredson. L’operazione della casa editrice Nerbini mostra grande fiuto, ma deve superare alcune controversie dal punto di vista del diritto d’autore. Le storie di Topolino sono affidate al grande Giove Toppi (anche se sull’attribuzione della tavola del primo numero c’è una discussione tra gli esperti), ma senza alcun accordo con la Disney e non basta il via libera del Consorzio Cinematografico Edizioni Artistiche Internazionali di Roma (distributore italiano dei cartoon di Mickey Mouse). Tanto che, per evitare guai, Nerbini deve far uscire temporaneamente il giornale con la testata Topo Lino (anche modificando graficamente il personaggio), per poi accordarsi con i titolari dei diritti e poter continuare tranquillamente (e legalmente) le pubblicazioni. Il direttore di Topolino è Collodi Nipote, ovvero Paolo Lorenzini.

Dopo un inizio difficile, quindi, il settimanale è comunque destinato al successo, ma intanto Nerbini tira fuori altri colpi notevoli come la nascita dell’Avventuroso (1934) dove pubblica i fumetti di eroi subito popolari come Flash Gordon, Jim della Giungla, Agente Segreto X9 e poi Mandrake, L’Uomo Mascherato, Terry e i Pirati.

Il pubblico risponde alla grande, mentre nel 1935 Nerbini decide di cedere Topolino a Mondadori. Una scelta che, a posteriori, si rivelerà sfortunata visto che i fumetti americani subiranno la censura del regime fascista, con l’eccezione proprio del topo disneyano come racconta in maniera approfondita il libro Eccetto Topolino di Fabio Gadducci, Leonardo Gori e Sergio Lama (edizioni Npe). Da Mondadori (che nel 1949 cambia formato e vara il Topolino libretto che ha appena raggiunto il numero 3.500) poi passerà a Disney Italia (1988) e quindi all’attuale editore, Panini Comics, a partire dal 2013.

In attesa delle celebrazioni dei cento anni della Disney (in arrivo del 2023) un altro anniversario accende gli appassionati del fumetto: 75 anni dalla prima apparizione di Paperon de’ Paperoni nella storia natalizia Il Natale di Paperino sul Monte Orso del dicembre 1947. A crearlo è il grande Carl Barks che già aveva rielaborato, dandogli una dimensione complessa e affascinante, il personaggio di Paperino. Chiaramente ispirato all’avaro Ebenezer Scrooge del Canto di Natale di Dickens (tanto che nell’originale americano si chiama Scrooge McDuck), Paperone fa il suo esordio come burbero nemico dello spirito natalizio, ma con lo svilupparsi del personaggio emerge una personalità con varie sfaccettature e imprevedibile, tanto da rendere simpatico il ricco e avaro papero. Paperone è un taccagno, ma sa essere capace di slanci familiari e, addirittura, di innamorarsi come nel caso di Doretta Doremì, sfortunata (ma non dimenticata) storia d’amore al tempo della corsa all’oro nel Klondike.

È un grande protagonista di un percorso leggendario, quello dei fumetti Disney, che grazie agli editori nostrani, a partire proprio da Nerbini, ha vissuto e vive stagioni entusiasmanti in Italia con tanti autori straordinari come Romano Scarpa, Luciano Bottaro, Giovan Battista Carpi e Giorgio Cavazzano, solo per citarne alcuni.

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