Giovedì 18 Aprile 2024

Quando i libri cambiarono l’Italia Placido incarna il sogno di Mondadori

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di Piero Degli Antoni

Alla disperata ricerca di grandi italiani da glorificare, Raiuno si è imbattuta nella figura di Arnoldo Mondadori, straordinario imprenditore e leggendario editore che si creò dal nulla. Arnoldo Mondadori – I libri per cambiare il mondo va in onda domani in unica puntata su Raiuno in prima serata. La produzione è esterna, Anele, e non si tratta di una fiction ma di una docufiction, cioè a brani di fiction che si alternano a testimonianze di personaggi che in qualche modo hanno avuto a che fare con Arnoldo. Sono la parte forse più interessante: il nipote Luca Formenton, Roberta Mondadori – figlia del fratello Bruno fratello di Arnoldo – , Gian Arturo Ferrari a lungo direttore della casa, Ferruccio Parazzoli ex capo ufficio stampa di Mondadori, Ginevra Bompiani, e poi lo scrittore Gianrico Carofiglio, il giornalista Pierluigi Battista, il critico letterario Marino Sinibaldi (meno direttamente coinvolti nella biografia dell’editore).

La vera briscola dell’impresa è Michele Placido, che cerca di umanizzare un personaggio a tratti anche controverso, alfiere della cultura ma anche dei bilanci, entusiasta sostenitore dei propri autori ma anche oculato imprenditore, appassionato aedo della cultura popolare (pubblicò Topolino e riprese i Gialli, fondò Epoca) e restio a coltivare letteratura troppo raffinata.

La parte fiction si concentra soprattutto sul conflittuale rapporto col figlio Alberto, più portato all’impegno e a una visione didattica della cultura, e si conclude col trionfo dell’invenzione degli Oscar, vera miniera di grande letteratura a prezzi popolari. "Quando mi hanno proposto la parte ho chiesto: perché proprio me?, non gli assomiglio", dice Placido. "Io volevo diventare attore di teatro, come Carmelo Bene o Vittorio Gassman, ma è stato proprio grazie al teatro che ho cercato di fare un lavoro interno sul personaggio, più che un museo delle cere".

Qualche somiglianza spirituale tra Placido e Mondadori? Risponde il figlio Brenno, anche lui nella fiction nell’ovvia parte di Mondadori da giovane: "Anche papà è nato in una famiglia non agiata, terzo di otto figli, il nonno era un geometra, anche papà è scappato dal paese per cercare la sua strada. Sono orgoglioso di lui". Prosegue papà Michele: "Con Mondadori abbiamo in comune anche una maestra, che ci ha incoraggiato a seguire i nostri sogni. Io a scuola non andavo bene, ma ero belloccio. Ogni volta che c’era un’ispezione ministeriale, mi faceva tenere la bandiera e recitare una poesia di Pascoli o Carducci. E anche lei incoraggiò a cercare la mia strada."

La fiction, malauguratamente girata a Torino per questioni di finanziamento, punta tutto sul rapporto tra Arnoldo e Alberto, accennando di sfuggita a Giorgio e tralasciando completamente le sorelle Cristina e Mimma. Allarme maschilismo? Risponde il regista Francesco Miccichè: "Arnoldo era un imprenditore molto accentratore e molto maschilista". Mentre Placido si smarca: "Io ho una piccola azienda che si occupa di produzioni cinematografiche e teatrali dove lavorano solo donne". La Anele, capitanata da Gloria Giorgianni nipote di Elvira Sellerio, non ha intenzione di fermarsi qui: in progetto una vera e propria serie dedicata ai grandi editori italiani. La tv volta pagina.

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