Quando Grace Kelly ballava nuda al Barbizon

La storia del mitico hotel per sole donne a New York. Garantiva protezione e libertà, fra le ospiti illustri anche Liza Minnellli e Nancy Reagan

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di Silvia Gigli

Era il luogo delle donne. In una New York spesso dura e inospitale per le giovani che arrivavano dalla provincia, tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta The Barbizon fu rifugio e luogo di libertà totale con un affitto calmierato. Un luogo mitico soprattutto per le donne che vi hanno risieduto, una per tutte: Grace Kelly, impeccabile studentessa di giorno, ballerina scatenata in topless la notte. A questo luogo di libertà la poetessa Sylvia Plath dedicò The bell jar e Fiona Davis The dollhouse. Anche oggi che è un grande residence di lusso ribattezzato Barbizon63, conserva un piccolo nucleo dedicato alle donne sole, alcune addirittura superstiti di quei tempi mitici.

The Barbizon dava tranquillità ai genitori preoccupati da New York, città delle tentazioni. Attrici come Joan Crawford e Cloris Leachman soggiornarono in quell’edificio color salmone nell’Upper East Side. A partire dagli anni Quaranta la rivista Mademoiselle ospitò per un mese i diplomati dello Stato di New York come “guest editor”. Tra gli ospiti c’erano Betsey Johnson e Ali MacGraw e scrittrici come Joan Didion. Tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio degli anni Sessanta, al Barbizon arrivarono anche Candice Bergen e Liza Minnelli che la madre JudyGarland controllava spasmodicamente telefonando ogni tre ore. E poi Cybill Shepherd, scrittrici come Peggy Noonan e future first lady come Nancy Reagan.

Il recente recupero letterario di questi mitico hotel è avvenuto grazie ad un articolo di Michael Callahan su Vanity Fair che ha raccolto i ricordi di numerosi ex residenti ed ha poi scritto il romanzo Searching For Grace Kelly.

Ma anche la storica Paulina Bren in The Barbizon: The Hotel That Set Women Free (pubblicato da Simon & Schuster), racconta le vite di queste donne che in quel luogo sicuro avevano accesso a piscina, palestra, biblioteca, aule, sale da musica insonorizzate, giardino sul tetto, parrucchiere, lavanderia a secco e farmacia.

Storia e leggenda si intrecciano tra le mura di questo hotel dove Eileen Ford fondò la sua agenzia di modelle che rappresentò Candice Bergen, Martha Stewart, Christie Brinkley e Brooke Shields e dove Grace Kelly scandalizzava gli altri ospiti ballando in topless mentre al mattino si vestiva di tutto punto come una perfetta studentessa dell’American Academy of Dramatic Arts.

Negli anni Cinquanta centinaia di giovani aspiranti modelle e attrici vissero al Barbizon. "Era un’epoca in cui le donne dovevano essere pudiche, ma c’era una sessualità gorgogliante" spiega la Bren che, sempre su Grace Kelly, dice: "Identificata come simbolo di dolcezza e castità, amava ballare con la musica hawaiana lungo i corridoi, esibendosi in topless. Le voci sul suo appetito sessuale e promiscuità abbondavano".

Non sorprende dunque che molti uomini tentassero di varcare quella soglia. JD Salinger, l’autore de Il giovane Holden (titolo originale The Catcher in the Rye, uscito nel 1951) mise un annuncio nella caffetteria, fingendo di essere un giocatore di hockey canadese, mentre la custode dell’hotel riceveva telefonate di uomini che sostenevano di essere medici e di essere stati chiamati d’urgenza.

Fu l’inizio del movimento femminile a scrivere la fine del Barbizon. Le donne degli anni Settanta non apprezzavano stanze singole e coprifuoco. La fine del mitico hotel avvenne il 14 febbraio 1981, dopo 54 anni di vita. Durante i lavori di ristrutturazione, niente cambiò nelle residenze per sole donne.

"È incredibile che abbiano ricostruito l’hotel intorno a loro – afferma Bren – Ora vivono in piccoli appartamenti chic con lo stesso affitto di quando sono entrate". Strano che si sia fatta tanta letteratura sul Chelsea Hotel e The Barbizon sia rimasto nell’ombra. Ma ora che HBO si è assicurata i diritti tv del libro di Paulina Bren con Emilia Clarke come produttrice, The Barbizon potrebbe tornare ad essere il luogo di culto che fu.

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