Quando Fleming scrisse il suo film su 007

Nel 1956 il giallista voleva portare al cinema “Moonraker“, con una sceneggiatura ora ritrovata. Assenti “M“ e Miss Moneypenny

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di Silvia Gigli

Potete immaginare un film di James Bond senza M né Miss Moneypenny? Impossibile. Eppure ci siamo andati vicini. Nel 1956, un anno dopo la pubblicazione del romanzo Moonraker, Ian Fleming scrisse la sua versione cinematografica di 150 pagine in cui il capo dei servizi segreti britannici non si chiama “M“ e ricorda più un affabile gentiluomo anni ’50 che il burbero personaggio cui siamo abituati. Non solo: la segretaria civettuola di M, quella Miss Moneypenny perennemente impegnata a fare gli occhi dolci al nostro eroe, scompare dalla sceneggiatura.

Come si sa, Moonraker al cinema è arrivato nel ’79, ambientato nello spazio (per cavalcare l’onda di Star Wars), con Roger Moore alla sua quarta (sulle 7 totali) apparizione nei panni di Bond: in entrambe le sceneggiature, ovviamente, lo scontro è incentrato sulla lotta tra 007 e il supercattivo di turno, Hugo Drax (nel film interpretato da Michael Lonsdale), ma l’adattamento firmato nel ’79 da Christopher Wood (che punta anche sul ritorno in scena di un altro villain, il celebre uomo dai denti d’acciaio, lo Squalo della Spia che mi amava) lo rende uno dei film più “leggeri” della serie, soprattutto per la rappresentazione giocosa e scherzosa che l’attore protagonista fa del suo personaggio, mentre quello firmato da Fleming nel ’56 – e di cui adesso sono stati svelati i particolari – è molto più crudo e realistico, nel clima di una possibile minaccia di guerra nucleare.

"Questa è la prima sceneggiatura scritta da Fleming che immagina Bond per il grande schermo – ha spiegato all’Observer Jon Gilbert, esperto dello scrittore inglese –. È il suo unico tentativo di sceneggiatura di un film, quindi è estremamente importante. Si parte da un topos bondiano: un megalomane che vuole distruggere la Gran Bretagna". Fleming inviò la sceneggiatura alla Rank Organisation, che era la più grande compagnia cinematografica del Regno Unito, ma non venne approvata, tanto che il dattiloscritto è rimasto dimenticato per decenni. Il romanziere ha dovuto aspettare fino al 1962 (morì nel 1964) per vedere uno dei suoi romanzi di Bond arrivare com’era suo desiderio al cinema: successe con i produttori Albert Broccoli e Harry Saltzman, e Agente 007 - Licenza di uccidere (Dr. No), protagonista Sean Connery, regia di Terence Young, e dopo con tutti i 12 romanzi di Bond scritti da Fleming.

Lo script del ’56 è venuto alla luce come parte di un’importante raccolta di materiale di Bond accumulato da due librerie di antiquariato a Londra; andato all’asta nel 2015, è stato acquistato da un collezionista privato. Nella sceneggiatura mai vista sullo schermo, 007 e una poliziotta vanno a nuotare al largo della costa del Kent. Gilbert racconta: "Fleming scrive che Bond indossa pantaloncini da bagno azzurri, azzurri come i suoi occhi, caratteristica del Bond cinematografico, insieme allo smoking nero. Indossato da Connery come da Daniel Craig, lo smoking nero di 007 sembrerebbe nascere proprio qui. Questo è abbastanza significativo. È ipotizzabile che quest’idea originaria di Fleming sia stata poi ripresa e sviluppata quando discusse, nel ’62, con Broccoli e Saltzman, del primo film".

Nato a Londra nel 1908, Fleming era stato un ufficiale dell’intelligence navale britannica durante la seconda guerra mondiale, poi giornalista prima di diventare romanziere e debuttare con 007 (Casino Royale) nel ’53. Gilbert ha detto che la sua sceneggiatura era affascinante, ma "troppo descrittiva". Un vero sceneggiatore si sarebbe concentrato sul dialogo: "Ecco perché sono 150 pagine. Le sceneggiature per i film di Bond di solito sono 100 pagine. Ma questa si legge molto bene".

Andrew Lycett, autore della biografia Ian Fleming: The Man Who Created James Bond, ha svelato: "Fleming era ossessionato dall’idea che i suoi libri diventassero film. Ha cercato tantissimo di convincere i produttori inglesi e Usa. Nel 1954 ha scambiato tante lettere con il produttore Alexander Korda, che aveva letto il suo secondo romanzo, Vivi e lascia morire, e lo aveva elogiato. Fleming gli raccontò del suo terzo romanzo, ancora da scrivere, che sarebbe stato Moonraker. Lo definì “una storia da film che avevo in mente dalla guerra“. Dunque, il libro del ’55 era nato già per il cinema". Ventiquattro anni prima di arrivarci. E senza M e Moneypenny.

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