Pugni e cavalcate: è il macho Clint Eastwood, 91 anni

Nel nuovo film l'attore irriducibile campione di rodeo: "Non avrò la forza di quando ero giovane, ma fare a cazzotti è sempre divertente"

Clint Eastwood, 91 anni, in una scena del suo nuovo film 'Cry Macho'

Clint Eastwood, 91 anni, in una scena del suo nuovo film 'Cry Macho'

Si chiama Cry Macho l’ultimo film di Clint Eastwood. Il vecchio attore dei film di Sergio Leone, oggi novantunenne, non si limita a dirigere, ma interpreta un vecchio campione di rodeo. Mette dunque in gioco, di nuovo, il suo enorme carisma di personaggio sullo schermo. E mette mano ad un progetto che circolava negli studi dei produttori da quarant’anni. Una storia nella storia: il film era stato affidato a Eastwood come regista, e il protagonista avrebbe dovuto essere Robert Mitchum. Poi il ruolo fu offerto a Roy Scheider, a Pierce Brosnan, a Burt Lancaster, e infine scelse di interpretarlo Arnold Schwarzenegger. Che si ritirò dal progetto quando fu eletto governatore della California. Alla fine, ce l’ha fatta a portarla in fondo, questa novella dello stento, proprio il vecchio Clint. Che ha girato il film del 2020, con le restrizioni per la pandemia.

Le critiche non sono mancate. Gli americani, che rispettano le leggende ma non fanno sconti a nessuno, ne hanno scritto con crudele spietatezza. "È sull’orlo del ridicolo vedere che non una, ma due attraenti señoritas – una cattiva e “loca“, l’altra quasi una santa – vogliano zompare sulle sue ossa artritiche", scrive il critico dell’Hollywood reporter.

Nella vicenda del film, Eastwood è un ex campione di rodeo la cui carriera e la cui vita sono state rovinate da un incidente, e dalla tragica perdita di moglie e figlio. Lo ritroviamo che è l’ombra di se stesso, immerso nei ricordi e nelle malinconie, a far niente su una sedia a sdraio, quando si vede affidare una missione difficile: andare in Messico a prendere il figlio tredicenne del suo ex capo, strapparlo dalle mani della ex moglie del boss, e portarlo di là dal confine.

Di là dal confine c’è arrivato Clint Eastwood. Il suo primo film dietro la cinepresa, Brivido nella notte (Play Misty for Me), uscì mezzo secolo fa, e lui è ancora sulla breccia. Il suo primo film da attore risale addirittura a 66 anni fa: è del 1955. È di gran lunga il più vecchio americano a dirigere e interpretare un film di una grande produzione. E se gli chiedi se qualcosa sia cambiato in lui, nel suo lavoro, in questi oltre sessant’anni, scrolla le spalle. "Preferisco non pensarci. Se non sono lo stesso di prima, non lo voglio sapere. Potrei non piacermi. Potrei vedermi allo specchio e pensare: ma chi è questo idiota?", dice.

Negli Stati Uniti, come è ormai consuetudine, il film è disponibile su Hbo Max da venerdì scorso, lo stesso giorno in cui è uscito nelle sale. "Non è proprio la situazione che preferisco", commenta seccamente Eastwood. Che, a novantun anni suonati, sullo schermo tira anche un pugno – "magari non sarà un cazzotto come quelli che ho tirato nel passato, ma è stato divertente" – e sale a cavallo per la prima volta dopo Gli spietati, trent’anni fa. Senza controfigura, naturalmente. "La addestratrice era terrorizzata che cadessi e mi spezzassi la schiena", dice. "Ma se tratti il cavallo come un amico, lui si prenderà cura di te".

Il suo segreto? "Non ho mai pensato alla recitazione come a un qualcosa di intellettuale", dice. "Non devi pensarci troppo. Deve essere tutta una cosa di emozioni". E riguardo al recitare, intervistato dal Los Angeles Times, Eastwood dice: "A volte mi chiedo: ma che lavoro a fare, a novant’anni? Arriverà il momento in cui mi tireranno pomodori? Sono arrivato al punto in cui mi chiedo se non sia il momento di smettere, ma non ancora al punto in cui ho deciso che quel momento è arrivato".

Ma quel momento non è arrivato neppure per altri grandi vecchi di Hollywood. Viene da pensare a Morgan Freeman, 84 anni, a Michael Caine, che di anni ne ha 88, a Jack Nicholson, splendido ottantaquattrenne, a Donald Sutherland, 86 anni, a Gene Hackman, 91 anni, a Robert Duvall, 90 anni. Sembra quasi un ragazzino Dustin Hoofman, con i suoi 84 anni, che dopo essere passato dall’Italia con la serie I Medici e con il film L’uomo nel labirinto di Donato Carrisi, non ha intenzione di fermarsi un attimo. E questo inverno sarà sul set a interpretare il leggendario boss della Mgm, Louis B. Mayer, nel film Mr. Shaw Goes to Hollywood, che racconta l’arrivo a Hollywood del commediografo George Bernard Shaw, conteso da tutti i produttori che facevano a gara per accaparrarsi i diritti delle sue opere. Ma questa è un’altra storia.

 

 

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