È arrivato il Prosecco Rosé: tutto quello che bisogna sapere

Debutta ufficialmente sul mercato la versione rosata del Prosecco DOC: ecco come è fatto e cosa cambia rispetto alle solite bollicine

A ottobre 2020 sono stati lanciati i primi Prosecchi Rosé DOC

A ottobre 2020 sono stati lanciati i primi Prosecchi Rosé DOC

A un anno e mezzo dall'annuncio, i primi Prosecchi Rosé sono pronti e si apprestano a raggiungere gli scaffali dei negozi, i bar e i ristoranti. "Sai che novità", potrebbe obiettare chi non è introdotto al mondo degli spumanti, "di bollicine rosa se ne trovano a bizzeffe". Vero, ma in realtà nessuna è un Prosecco: il termine non è sinonimo di spumante tout court, sebbene molti lo usino in questo senso, ma indica piuttosto un vino specifico, fatto in una zona specifica con uve specifiche. E finora le regole a cui bisogna attenersi per la sua produzione (il disciplinare) non prevedevano la variante rosé, che quindi non esisteva. Solo nel maggio 2019 il Consorzio del Prosecco DOC ha approvato la modifica che ha dato il via libera al Prosecco Rosé, convalidata a giugno di quest'anno dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

La differenza fra Prosecco e Prosecco Rosé

Il Prosecco ha una carta d'identità ben precisa: per poter sfoggiare la denominazione DOC un vino deve essere prodotto nelle province designate del Veneto (in primis quella storica di Treviso) e del Friuli-Venezia Giulia; deve essere composto da uva Glera in percentuale dall'85 al 100%, con un taglio consentito di altre uve bianche (Verdiso, Bianchetta, Perera…); deve essere lavorato secondo il metodo di spumantizzazione Charmat. Tutte le altre bollicine d'Italia e del mondo – dallo Champagne al Franciacorta alle altre migliaia di etichette – non sono Prosecchi. Secondo il disciplinare riveduto e corretto, per ottenere il Rosé si può aggiungere un 10-15% di Pinot Nero vinificato in rosso, che unito alla Glera conferisce al vino il colore rosato e dovrebbe anche apportare maggiori nerbo e complessità.

Prosecco Rosé, perché?

Fra i conoscitori di vino non si avvertiva alcun bisogno di un Prosecco Rosé, ma, a parte pregevoli eccezioni, in generale il Prosecco si rivolge a un pubblico infinitamente più ampio di quello degli intenditori. La nuova versione potrebbe rivelarsi un grosso successo soprattutto sui mercati internazionali, che assorbono e consumano una quantità cospicua del mezzo miliardo di bottiglie sfornate ogni anno; senza contare che risponde alla sempre maggiore sete di bollicine rosé, una tendenza in crescita costante.

Si tratta insomma principalmente di un'operazione commerciale, più che legittima al di là delle altrettanto legittime perplessità sul suo valore e significato nel panorama enoico. Ma senza dubbio, di fianco a prodotti "opportunisti", molte cantine sapranno proporre Prosecchi Rosé di qualità per chi apprezza la tipologia. Nel frattempo, tra le prime a lanciarsi segnaliamo Ponte, Bottega, Astoria, Paladin, con bollicine in vendita intorno ai 7-10 euro. Leggi anche: - Il primo spumante interamente fatto al buio, da bere dal buio - Lo Champagne migliore del mondo è il Rare 2006 - La super top model Cara Delevingne lancia il suo Prosecco

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