
Come studente era stato un mezzo disastro e a quell’uomo coltissimo che era suo padre Vittorio, di soddisfazioni in questo campo ne aveva date ben poche. Ma da quando, proprio grazie a quel padre straordinario attore, ha trovato la sua strada, Alessandro Gassmann è diventato uno degli attori italiani più bravi e amati. E tra i più presenti, nelle serie come nei film. Così, dopo essersi congedato ieri sera con l’ultima puntata della quarta stagione de I bastardi di Pizzofalcone, si appresta a tornare su Raiuno da giovedì con Un professore, diretto da Alessandro Casale, che subentra ad Alessandro D’Alatri, scomparso nel maggio scorso, ricordato da tutto il cast con commozione e grande affetto. Nelle sei serate di questa seconda stagione, Gassmann torna a vestire i panni di Dante Balestra, professore di filosofia di un liceo romano, capace di stabilire con i suoi studenti un rapporto di forte empatia. Meno bravo, Dante Balestra, nella vita privata, nel rapporto con il figlio Simone (Nicolas Maupas), con la sua nuova compagna Anita (Claudia Pandolfi) e con la ex moglie (Christiane Filangeri). Alessandro Gassmann sarà anche al festival di Torino con il film Il Vangelo secondo Maria di Paolo Zucca, dal romanzo di Barbara Alberti, dove è Giuseppe, con Benedetta Porcaroli nel ruolo di Maria.
Gassmann, la prima stagione ha avuto molto successo. Merito di questo affascinante professore?
"Dante Balestra è un personaggio che amo molto perché è il professore che tutti avremmo voluto avere ma che io non ho avuto la fortuna di incontrare, e forse anche per questo sono stato un pessimo studente. Un professore intelligente, sensibile e anche, in qualche modo, psicologo".
Una serie che affronta temi seri ma lo fa con tono lieve.
"È una serie importante, soprattutto in questo momento drammatico che tutti stiamo vivendo, perché racconta storie edificanti. Perché ha un cuore positivo. E utilizza la chiave della commedia per coinvolgere ed emozionare. Un genere, la commedia, che più di ogni altro si avvicina alla vita reale, con quella capacità che ha di fondere sorriso e dramma. È per questo che è anche il più difficile da realizzare".
Toni da commedia in Un professore, più drammatici ne I bastardi di Pizzofalcone. Preferenze?
"Si tratta di due serie e di due personaggi che amo moltissimo entrambi. Ai Bastardi di Pizzofalcone devo tanto: mi ha dato la possibilità di aprire un rapporto di amicizia con molte persone, a partire da Maurizio De Giovanni, che è stato anche l’autore del mio terzo film come regista (Il silenzio grande). Non nascondo, però, che Un professore e Dante Balestra siano da me particolarmente amati per il senso generale che ha questa serie".
La cronaca ci racconta di professori spesso non rispettati dai propri studenti, e dai loro genitori. Dante Balestra è un docente lontano dalla realtà?
"Sono convinto che esistano tanti Dante Balestra nelle scuole italiane. Mio figlio Leo ha avuto un professore di filosofia che ha cambiato il suo percorso scolastico, appassionandolo allo studio. Poi, grazie a questo professore, è diventato bravo in tutte le materie. Ma non può essere demandato tutto a loro. Spesso la scuola non ha tutto quello che le occorrerebbe per assolvere bene ai propri compiti. Ha bisogno di un aiuto importante da parte dello Stato e questo aiuto da tantissimo tempo si è andato man mano riducendo. Mi auguro che questa tendenza venga invertita e vengano valorizzati i tanti Dante Balestra che abbiamo la fortuna di avere".
Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro