Lunedì 11 Novembre 2024
BEATRICE BERTUCCIOLI
Magazine

"Priscilla, la donna oltre il mito Elvis"

Sofia Coppola con la biografia della Presley in Italia dal 27 marzo: "Una storia di lotta per l’indipendenza"

"Priscilla, la donna oltre il mito Elvis"

"Priscilla, la donna oltre il mito Elvis"

Il riconoscimento più importante Sofia Coppola l’ha ricevuto proprio da Priscilla Presley. "Sofia ha fatto un lavoro magistrale", ha detto Priscilla, 78 anni, partecipando alla presentazione del film alla Mostra del Cinema di Venezia. Tratto dal libro autobiografico Elvis and Me, della stessa Priscilla e Sandra Harmon, il film ricostruisce dieci anni della sua vita: da quando, giovanissima, poco più che una bambina, conosce Elvis Presley in una base militare americana nella Germania ovest, fino al divorzio, nel 1973, ormai pronta a crearsi una sua autonoma esistenza e identità (Elvis sarebbe morto poco tempo dopo, nel ’77, a 42 anni). Priscilla, dal 27 marzo nelle sale, è valso alla venticinquenne Cailee Spaeny, la Priscilla del film, la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile. Accanto a lei, Jacob Elordi (Euphoria, Saltburn) nel ruolo di Elvis. In collegamento Zoom dagli Stati Uniti, Sofia Coppola, 52 anni, un Oscar e un Leone d’Oro in bacheca, parla di questa sua nuova opera.

Sofia Coppola, ha detto di non considerare Priscilla un biopic.

"Per me non lo è perché dal mio punto di vista vuole essere un lavoro più impressionistico, una sorta di viaggio emotivo nella vita di questa donna".

E in quella di Elvis?

"Non sapevo quasi nulla della vita privata di Elvis ma attraverso la prospettiva di Priscilla ho potuto scoprire com’era".

Difficile per Priscilla essere una Presley. E per lei essere una Coppola?

"Sono felice di avere trovato una forma artistica che mi ha consentito di esprimermi e sono anche contenta che in questo modo ho abbracciato quella che è, in qualche modo, la cultura della mia famiglia, la cultura cinematografica di tutti noi".

Secondo lei, cosa spinge a un certo punto Priscilla ad abbandonare Graceland, la dimora da fiaba di Elvis, e andare per la sua strada?

"Me lo sono chiesta a lungo ma resta un po’ un mistero dove lei, data l’epoca e la sua posizione, abbia trovato la forza per dire “basta“. Probabilmente è stato importante avere incontrato persone al di fuori di quel mondo e che si interessavano alle sue opinioni, e poi, il fatto di essere madre. Forse non si immaginava a crescere una figlia in un ambiente come Las Vegas. Comunque, questa forza e determinazione le aveva dimostrate fin da ragazzina".

Come mai non le è stato consentito di mettere nel film le canzoni di Elvis Presley? Priscilla non ha potuto intercedere?

"La Fondazione Elvis Presley è estremamente protettiva nei confronti dell’immagine di Elvis e quindi sostanzialmente non accetta opere creative, se non quelle che la Fondazione stessa realizza. Avevo pensato che la presenza di Priscilla potesse aiutarci, ma non è stato così".

Con Priscilla aggiunge un altro ritratto femminile alla sua personale galleria.

"Con Priscilla volevo osservare le donne di quegli anni, le donne della generazione di mia madre, rendermi conto di quale ruolo avessero nella società, quali fossero le loro aspettative. Per me, che ho una figlia adolescente, è una sorta di gioco di specchi. Mi interessa sempre moltissimo l’esperienza delle donne, di tutte le epoche. Penso che ci sia sempre qualcosa da imparare da loro".