Venerdì 19 Aprile 2024

Qual è la prima parola che i bambini dicono dopo "mamma"?

Indipendentemente dalla lingua, fra le prime parole che imparano i bambini ci sono "questo" e "quello", fondamentali per interagire con i genitori

I bambini imparano a dire "questo" e "quello" fra i 12 e i 18 mesi di età

I bambini imparano a dire "questo" e "quello" fra i 12 e i 18 mesi di età

Dovendo scommettere sulla prima parola che pronuncerà un bambino, i bookmaker darebbero ovviamente "mamma" come favoritissima. Ma poi è molto probabile che a stretto giro arriveranno "questo" e "quello", ossia gli aggettivi e pronomi dimostrativi, parole che servono ai piccoli per richiamare e indirizzare l'attenzione dei genitori. E ciò vale a qualunque latitudine indipendentemente dalla lingua locale, sostiene uno studio della linguista Amalia Skilton della Cornell University. L'emergere dei dimostrativi in tenerissima età è una dinamica ben nota in lingue ampiamente diffuse e studiate come inglese, spagnolo e mandarino. La ricercatrice adesso l'ha verificata anche in un contesto sociale e culturale molto diverso, dopo aver passato un anno in una comunità del popolo indigeno Ticuna in Perù. La loro lingua prevede ben sei dimostrativi, a differenza ad esempio dell'inglese (e in parte anche dell'italiano) che ne conta due, un sistema quindi meno immediato da padroneggiare. Amalia Skilton ha seguito lo sviluppo lessicale di quattordici bambini, che ha filmato mentre giocavano e interagivano con i genitori, e ha osservato che quando avevano un anno dodici di essi dicevano già gli equivalenti di "questo" e "quello". L'impulso dei più piccoli ad attirare l'attenzione è universale e ci si può aspettare che apprendano queste parole fra i 12 e i 18 mesi, "indipendentemente dalla lingua che parlano". Da notare che i bambini usano i dimostrativi in modo egocentrico, cioè riferito alla propria posizione nello spazio: "questo" vicino a me, "quello" lontano da me. A questa età non sono ancora in grado di comprenderne il senso quando vengono pronunciati da altre persone e quindi, dice la linguista, i genitori non devono preoccuparsi se li impiegano in modo sbagliato fino ai tre anni di età. "Gli adulti pensano che siano parole facili", dice Skilton, "ma il loro significato è piuttosto complicato per i bambini in tenera età e avere problemi a utilizzarli [correttamente] fa parte del normale sviluppo infantile". La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Journal of Child Language.

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