Giovedì 18 Aprile 2024

L'esercizio rende perfetti? Non è vero

Una recente indagine scientifica dice che la pratica costante non è necessariamente sinonimo di eccellenza, anche se è importante

Una violinista

Una violinista

L'esperienza pratica insegna che l'esercizio costante aiuta a migliorare, la retorica motivazionale aggiunge che la pratica rende perfetti, ma in realtà non è affatto così, almeno in questo secondo caso: la smentita arriva da un recente studio scientifico pubblicato su Royal Society Open Science. Vi si legge che esercitarsi al violino non rende necessariamente musicisti migliori.  

Quante ore deve esercitarsi un violinista?

La scelta di indagare i violinisti deriva dal desiderio di riprendere in mano un'indagine del 1993, poi confluita in un libro uscito nel 2008 a firma di Malcolm Gladwell. Quella ricerca aveva appunto analizzato quante ore di pratica avevano messo insieme, entro i vent'anni d'età, i migliori violinisti. Era emerso che la soglia delle diecimila ore faceva la differenza: la chiave del successo non era dunque il talento naturale, quanto piuttosto l'esercizio. Con le parole di Gladwell: "10.000 ore è il numero magico della grandezza". Partendo dalla considerazione che la posizione di Gladwell ha avuto molta eco, nell'immaginario comune, la psicologa Brooke Macnamara (della Case Western Reserve University di Cleveland) ha condotto uno studio per mettere i puntini sulle i.  

La pratica non rende necessariamente perfetti

Secondo quanto pubblicato su Royal Society Open Science, è evidente che la pratica assidua distingue i violinisti scarsi o mediocri da quelli bravi e bravissimi, ma la differenza fra queste due ultime categorie non deriva dal numero di ore trascorse sullo strumento entro i vent'anni d'età. Anzi, in numerosi casi i bravi si esercitano più dei bravissimi. La verità, dice Brooke Macnamara, è che "quando parliamo di abilità umane entra in gioco una complessa combinazione di fattori ambientali e genetici, ed è la loro interazione a spiegare le differenze tra le performance dei musicisti". Nel caso specifico dei violinisti presi in esame, "ad alti livelli si sono tutti esercitati moltissimo e la pratica smette di essere determinante: entrano in gioco altri fattori e sono questi ultimi a stabilire coloro che appartengono alla super-elite". Leggi anche: - Ascoltare dischi insieme e bendati: il trend da Londra - Diventa una star K-pop per un giorno - William e Kate contro Harry e Meghan. Media: "Così si è rotto il rapporto"

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