Venerdì 19 Aprile 2024

Pranzo di Pasqua ai tempi del Coronavirus. Estro senza sprechi, così si cambia a tavola

Il professore Segrè, ordinario di Politica agraria all’università di Bologna, e il pranzo al tempo del morbo: "Rivoluzione in cucina, abbiamo imparato anche a fare il pane"

Un'artigiana alle prese con la lavorazione del cioccolato (Ansa)

Un'artigiana alle prese con la lavorazione del cioccolato (Ansa)

Bologna, 10 aprile 2020 - Professore , com’è questa Pasqua a tavola fatta in casa? "Siamo obbligati, però non c’è male. Con la reclusione domiciliare abbiamo la possibilità di mangiare in modo corretto, purché si evitino le ossessioni compulsive da frigo e la nevrosi da segregazione. Finalmente abbiamo il tempo di pensare a quel che mangiamo". Risponde manco a farlo apposta dalla cucina Andrea Segrè, ordinario di Politica agraria all’università di Bologna e padre della campagna SprecoZero che quest’anno compie dieci anni. Ecco, è cambiato il nostro modo di alimentarci? "Sì, senz’altro. Innanzitutto abbiamo scoperto che cucinare è rilassante. E con un po’ d’impegno e di inventiva prepariamo piatti molto più gustosi e salutari del cibo precotto delle mense aziendali". image E il modo di fare la spesa? "Una rivoluzione. Le nostre analisi a campione ci dicono che l’attenzione dei consumatori è cresciuta. Il tempo a disposizione per cucinare è stato la chiave del cambiamento: ora compriamo cibo grezzo, per così dire, che abbiniamo a piacimento sulla tavola trasformandolo. Chi sta ai fornelli è finalmente protagonista e non si limita a fare il guardone degli chef televisivi". Quali sono gli alimenti che segnano questa presa di coscienza? "Guardare certi scaffali vuoti dei supermarket è rivelatore. Provate a chiedere la farina manitoba o i cubetti di lievito: difficile trovarli. La gente ha imparato a farsi da sola il pane, la pizza o le focacce. Questo fa bene al corpo e allo spirito: sapete che impastare distende i nervi più di un tranquillante?". Stiamo riscoprendo l’economia domestica? "Abbiamo ridotto al minimo la deriva negativa del food delivery, che impigrisce e abbrutisce. Le consegne a domicilio riguardano perlopiù frutta fresca e verdure. E il fenomeno dell’accaparramento, dopo i primi giorni, sta scemando: ora facciamo un approvvigionamento mirato, virtù che dobbiamo portarci dietro come eredità di questo brutto periodo. Per noi studiosi sarà interessantissimo verificarlo". Quindi siamo diventati più giudiziosi? "Gli sprechi si sono ridotti del 25% per cento, un salto notevole. In cucina c’è stata una riscoperta: l’arte del recupero dell’avanzo, con molta fantasia". Ma in questa Pasqua mancherà il gusto di stare insieme a tavola... "Io credo che il senso della festa resista. Anche in chi la vive virtualmente: conosco molte persone sole che hanno il desiderio di prepararsi un pranzo con tutti i crismi". A proposito, il suo personale menù? "Uova sode e formaggio, che garantiscono proteine animali nobili. Poi orecchiette con le zucchine che danno calorie. Quindi verdure. Salto il secondo: per tanti motivi rinuncio volentieri all’agnello, che peraltro all’antivigilia di Pasqua non si trova quasi più nelle macellerie". E il dolce? "Torta di riso. Per finire mi concedo della cioccolata fondente belga Dolfin, ne sono goloso. E’ fatta al 70 per cento di cacao, fave e pepe rosso: una carezza che si scioglie in bocca". FOCUS Il link per il download della app AutoCert19 per chi possiede un dispositivo mobile Apple: https://onelink.to/autocert19

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