di Eva Desiderio
Una galleria di quasi quattrocento quadri con volti di donne immortalate nella pittura del Rinascimento e interpretate nella loro struggente e moderna intensità misteriosa dall’arte di Marinella Bettineschi, artista-femminista che propone la sua idea al femminile come magnifico set del defilè pret-à-porter di Dior per l’inverno 2022-2023. Maria Grazia Chiuri, direttore creativo del brand del Gruppo Lvmh che ha per presidente un altro italiano Pietro Beccari, pone l’attenzione sullo sguardo delle donne che guardano le altre donne, oltre che se stesse "che hanno una visione più larga e complessa" dice la Bettineschi. Una riflessione che arriva, tra artista e stilista, mentre la guerra infuria anche sui defilè parigini del Pap, come sempre popolati da stampa e buyer internazionali, influencer e giovani che sparano foto dai telefonini fuori della sfilate al vip o all’attore di turno.
Da Dior c’è una collezione ricca che guarda al lavoro di Gianfranco Ferrè quando era il suo direttore creativo. Come lui anche Madame Chiuri scompone i capi per il prossimo inverno, li seziona e li aggancia all’allure tecnologica, ripensa all’archivio di Monsieur Christian che consulta spesso, elabora nuove forme e moderno rigore per la mitica giacca Bar. "Voglio lasciare libertà a tutte le estetiche possibili, non voglio creare una nuova estetica", racconta Maria Grazia Chiuri che ancora una volta ha aperto le giornate parigine con un graffio di bellezza autentica e di finissima qualità.
Emozione pura e commozione al defilè di Saint Laurent che lo stilista della maison, il bravo Anthony Vaccarello, dedicata al padre scomparso pochi giorni fa. Non deve essere stato facile per Anthony, scoperto da Donatella Versace – presente al defilè con Catherine Deneuve musa dell’immenso Yves – portare a termine la collezione che è un inno alla forza delle donne. Quando esce per l’applauso, ha gli occhi lucidi e si stringe alla presidente e Ceo di Saint Laurent Francesca Bellettini. Mood seducente anni Ottanta, sottovesti di raso, false pellicce più belle delle vere, un omaggio al nero profondo, spalle importanti, spacchi profondi che fanno pensare al fascino di Nancy Cunard, lei sì femme fatale! Tra questi giganti ecco i giovani francesi che stanno rilanciando la moda, non solo francese. Patou (gruppo Lvmh), lavora su nero e lilla e su una delicata essenzialità con lo stile di Guillaume Henry, da Rochas c’è il tocco dark e neo punk di Charles de Vilmorin, da Courreges Nicolas Di Felice convince il Gruppo Kering che possiede il brand con miniabiti a trapezio e occhiali a mascherina che sembrano arrivati dallo spazio.
Dries Van Noten presenta in forma statica ma assai romantica la sua moda piena di poesia in un palazzo delabrè, col fascino di cappotti di broccato e borse e scarpe di pelle trattata con le stampe e la luce delle porcellane cinesi. Per Jonny Johannson fondatore e direttore creativo di Acne Studios gli abiti possono rivivere modernamente dal passato, con patchwork di jeans dal colori beauty e linee cortigiane, abiti di maglia pieni di sapienti buchi da usura ma circondati di cristalli, scialli drappeggiati sul corpo, pelle camouflage dipinto a mano. Per solidarietà al popolo ucraino in guerra Johannson ha donato 100mila euro all’Unicef.
E’ la libertà che guida il lavoro di Gherardo Felloni, direttore creativo di Roger Vivier, marchio stellare di Diego e Andrea Della Valle, che ha presentato una mirabolante collezione all’Hotel Vivier, con ogni stanza sognatrice di epoche passate e ridondanti per presentare la maestria artigianale vera del brand che lancia la Choc Feathers Pump rivestita di piume vere incollate una ad una.
Immaginifico e segreto Rick Owens stupisce tutti con le giacche a punta e gli abiti da sera scultorei di paillettes color temporale, tutto avvolto in una nebbia pericolosa. Satoshi Kondo che disegna Issey Miyake stupisce con le tecniche di stampa e le forme armoniose, abiti di maglia che ognuna si può sistemare sul corpo come vuole.
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