Pitti Way, la via giusta per la ripartenza. Firenze torna capitale

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Nel 2022 l’industria della moda italiana ha registrato fatturati e vendite da record, e per la prima volta i comparti uomo e donna, abbigliamento e accessori, hanno superato i 100 miliardi di euro. Per la precisione stando alle stime di Confindustria Moda si sono toccati i 107 miliardi, con un +16% sul 2021 e un +9% sul 2019. Insomma, crisi pandemica e blocco dei mercati superati con un vento di ripresa favorevolissimo al Made in Italia: l’America torna a interessarsi alle nostre aziende, l’Asia e i mercati arabi suonano la riscossa come pure tutta l’Europa. Coi tragici fatti della guerra in Ucraina però si sono persi quei mercati tanto importanti e non mancano i problemi con la Cina.

Sono questi gli scenari che fanno da cornice all’apertura di martedì 10 gennaio di Pitti Uomo edizione 103 con 776 brand, dei quali il 40% proviene dall’estero per mantenere così il profilo internazionale della fiera che si svolge in quel capolavoro d’arte che è la Fortezza da Basso. Molta voglia di ritrovarsi tutti insieme, molta voglia di confronto tra competitor. Ma come sarà il 2023 della moda? Quali le strade nuove da percorrere? Lo dirà ’Pitti Way’ non solo per l’inverno 2023-2024, la stagione più importante e preziosa per i materiali nobili della maggior parte della produzione di capispalla e abiti sartoriali aggiornati alla contemporaneità. La filiera italiana è eccellente e il mondo ne reclama i prodotti, come dimostrano le nostre esportazioni che toccano il 70%, ma le incertezze per la crisi energetica e l’aumento delle materie prime mettono paura agli imprenditori.

"La parola ’recessione’ ricorre nella maggior parte delle previsioni per il nuovo anno – afferma Claudio Marenzi, presidente di Pitti Immagine –. Il primo giorno dell’anno, in un’intervista rilasciata alla CBS, la direttrice del Fondo Monetario Internazionale Kristalina Georgieva ha così sintetizzato l’opinione delle istituzioni finanziarie internazionali e dei previsori: “I 3 maggiori motori dell’economia mondiale, USA, Europa e Cina nel 2023 rallenteranno contemporaneamente; 13 dell’economia mondiale entrerà in recessione”".

Ma veniamo ai quattro giorni del Salone che porteranno a Firenze due sfilate attese e di ricerca come quella di Martine Rose, inglese di origini giamaicane e astro nascente della moda uomo (ha lavorato per Balenciaga ed è in predicato nell’elenco dei preferiti del Gruppo LVMH). Pitti l’ha chiamata come ’guest designer’ e lei ha risposto con una collezione che farà sfilare en plein air il 12 gennaio sotto la Loggia del Porcellino davanti a 300 ospiti. Designer Project sarà il belga Jan-Jan Van Essche che rompe il ghiaccio dei defilè di ricerca mercoledì 11 nel Refettorio di Santa Maria Novella.

Alla Sala delle Nazioni Chateau Orlando del creativo inglese Luke Eward Hall presenta un’installazione tra il romantico e l’irriverente, Monica Sarti per Faliero Sarti festeggia le nuove sciarpe con una festa a sorpresa al Museo Marino Marini, Pierre Louise Mascia sceglie il piano nobile di Palazzo Antinori per Philocalie un’antologia che racchiude natura e arte e moda. Brunello Cucinelli la sera del 10 gennaio invita stampa e buyer alla sua cena a Palazzo Borghese. Attesa per la cena di gala a Palazzo Gondi offerta il 9 sera, vigilia del Salone, dalla presidente del Centro di Firenze per la Moda Italiana Antonella Mansi per 300 ospiti speciali.

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