Collezione invernale Scervino
Firenze, 9 gennaio 2019 - Montagne di garofani indiani profumati d’arancio riempiono qua e là il magnifico Refettorio del Complesso di Santa Maria Novella e solo il tocco vivo di colore che illumina con forza e al tempo stesso delicatezza il set della sfilata maschile per il prossimo inverno di Jil Sander, collezione disegnata da Lucie e Luke Maier, coppia di stile e di vita. Molti gli applausi alla fine e molto convinti, per il marchio Guest Designer di questo Pitti Uomo che incuriosisce sempre più. "Ci siamo ispirati a Firenze dove abbiamo studiato e ci siamo innamorati. Questo ritorno per la sfilata ci riempie di emozione" dicono Lucie e Luke nel backstage, sposi belli e non sfrontati, stilisti che dichiarano che il loro lavoro nel brand di proprietà del colosso giapponese Onward Luxury Group "non è un cambiamento ma una evoluzione". Dunque in passerella sempre quel minimalismo super chic che è nel Dna aggiornato da forme moderne e scattanti, linee morbide e leggermente over, tra sartoriale e echi di un mondo antico nomade e misterioso.
Molto belli i cappotti in lana giapponese e in tweed, accompagnati da seta dai bordi irregolari e Shetland, sciarpe con frange e mantelli in cashmere realizzati piegando, cucendo e sovrapponendo forme geometriche basilari, tenute insieme da spille argentate lavorate a mano. Un mix saggio di maschile e femminile (le grandi borse a tracolla), maglie primitive, pantaloni a tubo, scarpe forti mai esagerate. Un gioco di tagli e forme decisi, contemporanei. "Siamo ossessionati dal fatto a mano" raccontano i Maier ma l’approccio della collezione è soft e invitante all’acquisto. Là dove posavano le modelle degli anni Cinquanta e Sessanta, sul sedile di pietra serena di Palazzo Strozzi, sono seduti i ragazzi che indossano la nuova collezione maschile per l’inverno 2020-2021 di Ermanno Scervino che poi la presenta nella sontuosa boutique dirimpetto. "Un omaggio a Firenze e alla sua storia di moda", racconta Ermanno Scervino che nei tredici completi indossati dai modelli ha concentrato tutta la filosofia stilistica e il suo Dna sartoriale ma modernissimo. Torna a presentare dopo due stagioni l’uomo e le premesse per un successo di vendite ci sono tutte. "Questo non è un campionario ma una rappresentazione del mio stile con un taglio editoriale – continua Ermanno coccolato dai tantissimi ospiti – Credo nel ritorno del cappotto, specie per i più giovani, ma in lana leggera e totalmente trattata da continui interventi sul peso e la tintura naturale. Tutti i miei tessuti sono di Prato, fatti in esclusiva per me. Io che ho inventato il piumino-couture oggi credo nel doppio petto di jeans con la t-hirt che è il massimo dell’attuale, o il gessato portato sotto il parka di cotone doppiato di agnellino ecologico".
Belli il giaccone marinaro blu coi bottoni d’oro, l’imper da equitazione dalla mano croccante, il completo sartoriale ma di felpa, i pantaloni di ciniglia verdi militare, la coppola animalier. "È la qualità che fa la sostenibilità – dice Toni Scervino, amministratore unico del brand che veste Nicole Kidman e la regina Rania di Giordania – una cosa di qualità vale nel tempo, questa è sostenibilità vera, con la massima attenzione all’ambiente". Molti compratori da WP Lavori in Corso con la presidente e ad Cristina Calori impegnata a mostrare l’universo dei prestigiosi brand nel portafoglio del suo gruppo. Con Blandstone si festeggiano 150 anni di calzature sicure e il manager Adam Blake racconta come ancora ci sia, tra gli altri, uno storico stabilimento di produzione dei mitici scarponi in Tasmania. I buyer che cercano un prodotto facile e divertente sono attratti dalle felpe di Deus, sempre ironiche, chi chiede sicurezza di prodotto e di country chic anche adatto alla città si affida a Barbour e ai suoi giacconi per la vita.
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