Mercoledì 24 Aprile 2024

Piovani da Oscar: "Canto una luce di speranza"

Torna Il compositore. "Ho fede nella potenza divina, la musica può farci uscire dalle tenebre del virus, della crisi e di una vita senza teatri".

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Riaprire i teatri, far ripartire anche lo spettacolo dal vivo, tra i settori maggiormente colpiti dal lungo stop. E dalle regole che ora non consentono di ricominciare come prima. Ma è comunque importante "accendere una fiammella", come dice Nicola Piovani che ha appena aperto la stagione di spettacoli al Teatro Greco di Siracusa con L’isola della luce. Un’apertura di prestigio, con il premio Oscar affiancato da artisti del calibro di Massimo Popolizio, Tosca e il soprano Maria Rita Combattelli. Una stagione diversa, con gli spettacoli classici rimandati al 2021. Ma il Teatro Greco comunque si è rianimato, non con i consueti cinquemila spettatori ma soltanto con 480, collocati sul palcoscenico. Tutto esaurito. Un segnale di speranza, quasi un rito propiziatorio officiato su quelle antiche pietre.

Piovani, “L’isola della luce”, omaggio ad Apollo portatore di luce agli uomini. Di che si tratta?

"È una Cantata per soli, voci recitante, coro e orchestra, un’opera dedicata al conflitto tra la luce e le tenebre, con i versi di Vincenzo Cerami, Mesomeda da Creta, Byron e gli scritti di Albert Einstein che spiega la potenza divina della luce. Nel finale il coro canta l’inno al sole, l’inno alla luce: una sorta di rito propiziatorio affinché la prossima primavera ci siano di nuovo i teatri affollati".

In scena con lei Tosca, Popolizio, il soprano Maria Rita Combattelli, 20 strumentisti e 12 coristi. Come riuscite a rispettare il distanziamento richiesto?

"Ci hanno pensato i tecnici e i controllori, allestendo uno spazio grandissimo. Il coro canta distanziato sulle gradinate del Teatro Greco".

Possiamo finalmente parlare di ripartenza anche per il teatro?

"Sì, si accende qualche fiammella, in attesa che possa ripartire l’incendio, il fuoco bello del teatro".

Dopodomani sarà poi all’Auditorium di Roma con 'La musica è pericolosa'. Previste altre date? E perché "pericolosa"?

"Sono previste altre date, che stanno spuntando ora, fra cui Civitanova Marche il 13 agosto e Ferrara il 14 e 15 agosto. È la ripresa di una tournée iniziata quattro anni fa e che si è interrotta per colpa del virus. Ora lentamente si riparte con questo spettacolo che prende il titolo da una frase di Federico Fellini. Una frase riferita alla pericolosità gioiosa delle esperienze intense, come sono a volte le esperienze musicali".

Nello spettacolo 'La musica è pericolosa' si rivela anche un simpatico intrattenitore.

"Un tempo affidavo alle video-proiezioni e ai programmi di sala l’illustrazione delle musiche che andavamo a suonare. Un giorno, però, siamo stati invitati a tenere un concerto sulle Dolomiti, a duemila metri di altezza, e non potevamo usufruire né di proiezioni né di programmi cartacei che avrebbero inquinato l’ambiente. Ho dovuto fare di necessità virtù: ho preso un microfono e ho parlato con il pubblico. Da quel giorno ci ho preso gusto e non ho più smesso".

Le dà più soddisfazione il contatto con il pubblico per questi spettacoli o comporre colonne sonore?

"Sono due esperienze molto diverse. Ma la presenza fisica, la musica suonata dal vivo, per un pubblico in carne e ossa, è un’esperienza imprescindibile. Non c’è Spotify che tenga".

Cos’è cambiato per lei dopo la vittoria dell’Oscar nel 1999 per la colonna sonora de 'La vita è bella'?

"Dentro di me, molto poco. Ma, fuori di me, ho trovato molta più attenzione, molto più credito e ho potuto realizzare opere che, senza quel premio, mi sarebbe stato difficile portare in scena. Isola della luce compresa".

Durante il lockdown è riuscito a comporre o, come è accaduto a molti, la creatività ha sofferto per la clausura?

"Durante il confinamento ho completato la partitura di un’opera che avevo in mente da trent’anni. Si intitola Amorosa presenza, e andrà probabilmente in scena il giugno del prossimo anno al Teatro Verdi di Trieste".

Pochi giorni fa ci ha lasciati un artista immenso. Cosa è stato per lei Ennio Morricone?

"Un Maestro, un collega generoso, un esempio da seguire. E un amico autentico".

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