Mercoledì 24 Aprile 2024

Piccolo Coro: questo è il valzer dei sessant’anni

Il gioiello dell’Antoniano festeggia il traguardo. La direttrice Simoni: "Fa parte dell’Italia, tutti gli vogliono bene. Come a una coperta di Linus"

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di Letizia Gamberini

È difficile trovare un bambino, anche ormai cresciuto, che non abbia voluto far parte del Piccolo Coro dell’Antoniano. E non solo per un incontro ravvicinato con Topo Gigio e il Mago Zurlì, per avere un racconto da condividere a scuola, per le canzoni canticchiate da tutti. Ma perché i piccoli cantori nati dalla mente e dal cuore di Mariele Ventre hanno segnato un’epoca, creato un fenomeno di costume che ha resistito a trasformazioni e pandemie (con uno stop effettivamente nel 2020), toccando il traguardo dei 60 anni.

Era il primo marzo 1963, quando si ritrovarono per la prima volta gli otto bambini che avrebbero costituito il nucleo del coro pensato per accompagnare i solisti. Siamo già all’Antoniano di Bologna, dove lo Zecchino d’Oro – che oggi vede la direzione artistica di Carlo Conti – andò in onda la prima volta nel 1961. La rassegna di canzoni per l’infanzia, in realtà, era stata ideata da Cino Tortorella due anni prima per il Salone del bambino alla Triennale di Milano, ma decollò davvero grazie alla collaborazione con la Rai e i frati bolognesi. Fu Padre Berardo Rossi a chiedere una mano nell’organizzazione a una ragazza della parrocchia. Quella ragazza era Mariele, cui il coro oggi è dedicato, direttrice appassionata fino alla morte, nel 1995.

Ora è Sabrina Simoni a dirigere il coro, che oggi conta 65 bambine e bambine dai 4 a i 12 anni. Oltre mille i coristi che si sono succeduti, più di 500 i brani di repertorio e oltre 2 miliardi di visualizzazioni sul canale dedicato YouTube (in cui ora è disponibile un video che in due minuti racconta il meglio delle canzoni). Questi però sono solo i numeri di uno dei cori più famosi al mondo, nominato nel 2003 Goodwill Ambassador di Unicef Italia, che si è esibito con artisti come Luciano Pavarotti, ha incontrato Papa Francesco e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, calcato il palco di Sanremo (l’ultima volta nel 2018, assieme a Lo Stato Sociale che sfiorò la vittoria con Una vita in vacanza), ed è stato protagonista di tournée all’estero. E pure di un musical.

Questi i dati, si diceva, che però non bastano a raccontare quel fenomeno nato in una televisione in bianco e nero e rassicurante, con i volti di una piccola Cristina D’Avena che intonava il Valzer del moscerino o di un Walter Brugiolo che ci portava fra i cosacchi di Popoff. Il Piccolo Coro era, e resta, un simbolo.

"Ritengo che lo sia – considera Simoni, da 28 anni alla guida – e che sia qualcosa di così intrecciato nel costume della nostra società che ormai è come una copertina di Linus che guardi con affetto, anche quando diventi grande. È qualcosa che sa di buono e di tenero e molto attento alle società e ai suoi cambiamenti. Cerca di essere attuale senza essere distante da quella che è una sensibilità del bambino". E se in molti coristi l’esperienza ha acceso "una scintilla" tanto che alcuni oggi "sono musicisti all’estero, pure direttori d’orchestra", quello che Simoni sottolinea è l’importanza dell’impegno che coinvolge un’intera famiglia. E una comunità: "Il legame tra la musica del Piccolo Coro, l’Antoniano e Zecchino d’Oro – spiega fra’ Giampaolo Cavalli direttore dell’Antoniano – è raccontato dalla casa che li ospita a Bologna: la sala prove dei bambini, il teatro, lo studio televisivo e le sale di registrazione sono sopra la mensa dei poveri. Le radici stanno lì e i due mondi si nutrono e sostengono a vicenda".

E, dunque, che la festa cominci. Anzi, più di una: a maggio, infatti, è previsto uno spettacolo dal vivo a Milano, lo Zecchino d’Oro Show. Ma sarà solo il primo di una serie di eventi per i 60 anni. In attesa del prossimo traguardo.

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