Venerdì 19 Aprile 2024

Ecco perché è meglio (per la salute) avere delle piante in casa

Il tronchetto della felicità e le altre piante da appartamento sono capaci di rimuovere il biossido di azoto dall'aria

Le piante da interno ripuliscono l'aria dagli inquinanti

Le piante da interno ripuliscono l'aria dagli inquinanti

Le classiche piante da interno non solo fanno arredamento e vivacizzano l'ambiente, ma migliorano la qualità dell'aria della casa o dell'ufficio riducendo i livelli di biossido di azoto, uno degli inquinanti più comuni sia all'esterno sia negli spazi chiusi. Anzi, in determinate condizioni possono rimuovere fino al 20% del NO2, in base a quanto hanno calcolato i ricercatori dell'Università di Birmingham e della Royal Horticultural Society. Per il loro esperimento, gli studiosi hanno preso tre varietà comuni di piante da appartamento, poco costose e facili da curare: lo spatifillo (della varietà Spathiphyllum wallisii), il tronchetto della felicità e la gemma di Zanzibar. Sono state messe una alla volta all'interno di un contenitore con una quantità di biossido di azoto paragonabile a quella di un piccolo ufficio, e nel giro di un'ora ciascun esemplare era riuscito ad assorbirne circa la metà. Si tratta di tre tipi di piante molto diverse, ma tutte hanno mostrato una notevole capacità di ripulitura dell'aria. I ricercatori hanno quindi stimato il vantaggio chi si otterrebbe in spazi reali inserendovi cinque piante da appartamento. In un ufficio di 15 metri quadrati con scarsa ventilazione (dove quindi la concentrazione di inquinanti è maggiore) possono ridurre i livelli di NO2 del 20%. In un ambiente più grande, di 100 metri quadrati, la loro efficienza scende al 3,5%, ma basta posizionare in giro qualche pianta in più per aumentare la rimozione del biossido. Gli effetti positivi sulla qualità dell'aria sono quindi risultati evidenti, ma il meccanismo che li produce resta un mistero. "Pensiamo che le piante non usino lo stesso processo con cui assorbono l'anidride carbonica", spiega l'autore principale Christian Pfrang; "Non ci sono indicazioni, anche nel corso di esperimenti più lunghi, che le nostre piante abbiano poi rilasciato il biossido di azoto nell'atmosfera, quindi probabilmente c'è in gioco un processo biologico che coinvolge il suolo in cui crescono le piante, ma non sappiamo ancora quale sia". Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Air Quality, Atmosphere & Health.

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