Perché non hai mai visto uno squalo bianco in un acquario

Il più temuto predatore dei mari non è adatto alla vita in cattività: ha bisogno di grandi spazi e sopravvive per breve tempo lontano dal proprio habitat.

Un esemplare di squalo bianco nelle acque del Messico (Foto: Olycom)

Un esemplare di squalo bianco nelle acque del Messico (Foto: Olycom)

Visitando un acquario ci si trova faccia a faccia con pesci di ogni colore e varietà, incluse svariate specie di squalo. Tuttavia è molto difficile, se non impossibile, imbattersi in uno squalo bianco, il predatore marino più iconico e temuto che esista. Un breve documentario apparso in questi giorni su Vox è andato in fondo alla questione, spiegando alcuni dei motivi per cui il Carcharodon carcharias è, più ancora di altri animali, del tutto inadatto alla vita in cattività.
 
TENTATIVI FALLITI
Prima del 2004, racconta il video di Vox, lo squalo bianco più longevo era sopravvissuto in cattività per un massimo di 16 giorni. Secondo i ricercatori dello Steinhart Aquarium di San Francisco, in California, il motivo è che lo squalo arriva all'interno dell'acquario con il destino già segnato: si tratta solo di vedere quanto tempo resiste. Nella maggior parte dei casi questi grandi pesci cartilaginei rimangono feriti durante le fasi di cattura o di trasporto (due passaggi molto delicati e complessi), e in seguito non riescono più a guarire, anche a causa dell'accumulo di stress.
 
RECORD IN CATTIVITÀ
Un altro grosso problema è che lo squalo bianco adulto è lungo dai 4 ai 6 metri e ha un peso tra i 1000 e i 1900 chili, misure che mal si adattano alla vita in spazi ristretti. L'abitudine a nuotare in mare aperto ha delle implicazioni molto pratiche: l'animale ha bisogno di stare in continuo movimento, perché solo così le fessure branchiali possono pompare acqua consentendogli di respirare. Per questa ragione nel 2004 il Monterey Bay Aquarium ha progettato una vasca profonda 10 metri e capace di contenere quasi 4 milioni di litri d'acqua, con lo scopo di ospitare un giovane squalo bianco della lunghezza di 1,2 metri.
 
L'idea ha funzionato per sei mesi, richiamando un gran numero di visitatori, tuttavia il predatore è stato poi liberato, dato che aveva ucciso altri due squali di una specie diversa. Il Monterey Bay Aquarium ha ritentato esperimenti simili con scarso successo e il record rimane tuttora imbattuto. Anche ad altri zoo ittici non è andata meglio: l'ultimo episodio risale allo scorso gennaio, quando nell'Acquario Churaumi di Okinawa (Giappone) un esemplare maschio di squalo bianco lungo 3,5 metri è deceduto dopo tre giorni passati in cattività.
 
SQUALI BIANCHI, NO GRAZIE
Sono quindi due le ragioni per cui gli squali bianchi non sono animali da mettere in vetrina: richiedono un considerevole dispendio di risorse (acqua e cibo) e sono molto vulnerabili una volta tirati fuori dal loro habitat. A tale proposito, l'elevato tasso di mortalità è legato anche alle lesioni che insorgono dopo essere stati inseriti nelle vasche per il pubblico: gli squali faticherebbero infatti a rilevare la presenza delle lastre di vetro, andando il più delle volte a sbatterci contro.
 
In futuro il progresso scientifico potrebbe forse consentire di superare questi ostacoli, sebbene il buonsenso suggerisca che il luogo più adatto per questi straordinari pesci sia ovviamente il mare aperto.
 
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