Giovedì 18 Aprile 2024

Quanto si spende quando si va in pensione? Dipende dalla personalità

Uno studio collega i tratti della personalità alla gestione economica una volta smesso di lavorare: ecco chi risparmia e chi no

Le persone più estroverse tendono a gestire meglio il denaro in pensione

Le persone più estroverse tendono a gestire meglio il denaro in pensione

Quanto velocemente spendiamo o spenderemo i nostri risparmi durante la fase della pensione? Ce lo dice la scienza, dandoci strumenti in grado di prevedere come ci comporteremo una volta fuori dal mondo del lavoro. A partire dalla personalità. Un nuovo studio della Texas Tech e pubblicato dall'American Psychological Association spiega come le persone più accomodanti - o quelle che sono più nevrotiche o negative - potrebbero spendere i loro risparmi per la pensione a un ritmo più veloce rispetto a chi ha una personalità più estroversa o a chi ha un’attitudine positiva verso la vita.

Personalità e stile di spesa

Nella loro ricerca, gli studiosi americani hanno analizzato i dati della personalità di oltre 3.600 persone negli Stati Uniti di età pari o superiore a 50 anni (l'età media era 70) raccolti fra 2012 da un sondaggio del National Institute on Aging e dall'Università del Michigan. Questi dati sono stati confrontati con le situazioni finanziarie dei partecipanti (dichiarazioni fiscali, prelievi presso istituti di credito, conti pensionistici). I risultati sono stati costruiti attorno ai 5 grandi tratti della personalità: persone aperte a nuove esperienze (i più curiosi), persone coscienziose (i più cauti), estroversi, nevrotici e persone generalmente ‘disponibili verso gli altri’.  

Come prevedere quanto si spende in pensione

Quello che è emerso dallo studio, che possiamo considerare il primo a esaminare il rapporto tra la personalità e la propensione alla spesa in pensione, è che le persone dotate di maggiore coscienza ed estroversione avevano un più alto controllo sulle loro finanze rispetto a chi aveva una personalità più disponibile o a chi mostrava invece un profilo nevrotico. I risultati sono rimasti pressoché identici anche dopo aver valutato fattori noti per influenzare le decisioni finanziarie, come l'aspettativa di lasciare un'eredità, l'età, lo stato civile e il debito ipotecario. Stabilire se è un bene prelevare dal conto pochi o tanti euro, o se è meglio spenderli o risparmiarli, è fuori dagli obiettivi della ricerca, ma in un panorama di studi più che altro tecnici questo della Texas Tech aiuta a capire quali sono le componenti umane che entrano in campo. E fornisce darti che possono essere di supporto ai professionisti finanziari, i quali dovrebbero tenere maggiormente conto dei tratti di personalità dei loro clienti, piuttosto che solo le loro situazioni finanziarie, quando propongono piani pensionistici.  

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