ANDREA MARTINI
Magazine

Passerella Woody Allen, scatta la contestazione

Il regista 88enne a Venezia, cronisti e gente comune: "Sarà il mio ultimo film? Forse". Flash mob sul red carpet: via i riflettori sugli stupratori

Pensato, immaginato e scritto come sempre in inglese Coup de chance è il primo film in lingua latina diretto da Woody Allen. Lo spirito, il ritmo, la filosofia sono quelli di sempre ma immaginare la galassia alleniana trapiantata in terra francese senza che cultura e idioma vi giochino un ruolo è semplicistico. Parigi, illuminata da Storaro, non è più qui l’oggetto del desiderio dell’americano colto ma piuttosto il meraviglioso recinto di un obbligato confino europeo. Gli interpreti (Lou de Laâge e Niels Schneider), la scenografia, gli ambienti ridisegnano necessariamente la geografia dei sentimenti: persino l’adulterio in quel della Senna non è il medesimo dell’Hudson River o del Tamigi. Così come i tic della buona borghesia transalpina sono diversi da quelli dei ricchi inglesi o americani. Ovviamente Allen pesca ancora una volta dal repertorio dei suoi celebri quaderni: il capriccio della fortuna, la legge del caos, la stupidità del male. Siamo dalle parti di Match Point ma anche in quelle di Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni. In Coup de chance il comfort del lussuoso benessere incrocia il furore del desiderio, una madre petulante scopre le carte segrete del delitto, un marito ricco elimina a suo modo ciò che gli si frappone, un provvido imprevisto salva una vita. Il maestro di tanto grande cinema, nonostante le ingiuste afflizioni, non è domo, ma forse stanco. Potrebbe oziare ma lavorare, sia pure in terra straniera, lo tiene lontano dall’idea della morte e, facendoci sorridere, allontana anche noi dalla sua ombra.