Giovedì 25 Aprile 2024

Egitto: la parata delle mummie reali. Sfilano i faraoni

Un evento faraonico, e questa volta nel vero senso della parola: partita la ‘Pharoahs Golden Parade’

Il Cairo, 3 aprile 2021 - Un’evento stile faraonico. L’avevano promesso, e così è stato. Anche da un punto di vista dei tempi: dai 40 minuti annunciati, con una diretta partita in leggero ritardo, la Pharoahs Golden Parade si è prolungata di un bel po’, concludendosi dopo ben più di un’oretta. Settatacinque minuti durante i quali le strade del Cairo si sono trasformate nel set di un film sull’Antico Egitto al passaggio al tramonto delle mummie di diciotto faraoni e quattro regine su carri scortati da guardie a cavallo. Un evento dal nome altisonante, la “Parata dorata dei Faraoni“, con atmosfere da kolossal, seguito sul canale YouTube ufficiale del Ministero delle antichità e del turismo e sul Canale YouTube di Experience Event da migliaia di appassionati in tutto il mondo nonostante la psicosi della maledizione che si era diffusa sui social media nei giorni scorsi dopo un incidente ferroviario nel centro del Paese con decine di morti, il crollo di un edificio al Cairo che ha ucciso 18 persone e l’incredibile blocco del Canale di Suez dovuto all’insabbiamento della Ever Given. Una disgrazia dietro l’altra che i più superstiziosi avevano messo in relazione al trasferimento delle mummie reali dal Museo egizio di Piazza Tahrir al Museo Nazionale della Civiltà Egizia, alla periferia sud-orientale della megalopoli egiziana.  E, invece, tutto si è svolto senza incidenti se pure con le limitazioni dovute alla pandemia di coronavirus che hanno ridotto al minimo la presenza del pubblico sul lungo Nilo. Non solo, in barba alla maledizione, oggi ha percorso il Canale di Suez l’ultima delle navi ancora in coda per la chiusura della via d’acqua. Le mummie sono state ritrovate a Luxor in due spedizioni diverse, nel 1881 e nel 1898, e risalgono quasi tutte all’epoca del Nuovo Regno, dal 1539 al 1075 avanti Cristo. Tra loro ci sono figure di spicco della civiltà egiziana come re Seqenenre, che iniziò la guerra di liberazione contro gli Hyksos; la regina Hatshepsut, a cui è dedicato il magnifico tempio di Deir Al-Bahari sulla riva occidentale del Nilo, di fronte a Luxor; Ramses II, il grande faraone del Nuovo Regno. Una volta al Museo nazionale le mummie reali saranno soggette a restauro per circa 15 giorni all’interno del laboratorio all’avanguardia del museo: verranno preparate per la loro installazione all’interno delle nuove teche presso la Royal Mummies Hall, decorata in modo da assomigliare alla Valle dei Re, l’area nel sud dell’Egitto che ospita le tombe originali dei reali. Prima dell’arrivo delle mummie l’ala, che aprirà al pubblico dal 18 aprile, è stata visitata dal presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi e la direttrice generale dell’Unesco, Audrey Azoulay, accompagnati dal ministro del Turismo Khaled Al Anani. «La parata ha reso gli egiziani orgogliosi del loro Paese», ha commentato l’archeologo-star Zahi Hawass, ex ministro delle Antichità conosciuto come l’Indiana Jones egiziano. Ma l’evento, accompagnato da 21 salve d’onore e fuochi d’artificio, era rivolto anche all’esterno, a richiamare in Egitto quei milioni di turisti che ogni anno ne ammirano le bellezze e che il Covid da più di un anno tiene lontani. Per chi l’ha seguito in diretta streaming, è stato meglio di un film di Romero: i morti sono tornati in corteo per le strade del Cairo. 22 mummie - 18 re e quattro regine - sono state trasportate dall’iconico Museo Egizio, dove la maggior parte risiede ininterrottamente da oltre un secolo, al nuovo Museo Nazionale della Civiltà Egizia, nuovo luogo di riposo a 5 chilometri di distanza. In quella che è stata soprannominata la parata d’oro dei faraoni, le mummie hanno viaggiato secondo un ordine di anzianità, prima le più datate, ciascuna a bordo di un carro decorato in stile antico. E poi ballerine in costume d'epoca (comprese alcune danzatrici italiane scelte dall'Opera del Cairo), musica evocativa, centinaia di figuranti, fuochi. Tutto decisamente poco archeologicamente corretto ma sicuramente di grande impatto.

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