Martedì 23 Aprile 2024

Paolo Portoghesi, un vero maestro

di Marco Casamonti*

Con la scomparsa di Paolo Portoghesi ci lascia una delle menti più acute e sensibili del panorama culturale internazionale, anticipatore di visioni che hanno animato e acceso per anni il dibattito architettonico contemporaneo. Raffinato architetto, seguitissimo e amato professore universitario di storia dell’architettura e successivamente di progettazione e composizione architettonica, ambiti che considerava strettamente interconnessi, a lui si devono stagioni indimenticabili ed eventi epocali come la celebrata “Strada Novissima” (1980) che rimane ancora oggi l’edizione della Rassegna di Architettura della Biennale di Venezia più conosciuta e discussa a livello mondiale. Studioso tanto dell’arte antica quanto di quella moderna, ha scritto saggi imprescindibili su figure come Michelangelo e Borromini. Proprio verso quest’ultimo Portoghesi non ha mai nascosto la sua evidente venerazione, testimoniata dalla presenza di un dipinto autografo che teneva come una reliquia esposto su un treppiedi nella sua casa-museo di Calcata nell’alto Lazio. In questo rifugio si era ritirato negli ultimi anni della sua straordinaria vita, continuando freneticamente a studiare, leggere, scrivere con un attivismo instancabile a cui, personalmente, ho sempre guardato con infinita ammirazione.

Riflettendoci, l’appellativo di “maestro” è quello che gli si addice maggiormente, coerente tanto alla sua carriera di architetto quanto di divulgatore di un’arte, l’architettura, che ha plasmato in maniera indelebile la sua esistenza e anche quella di molti altri architetti. Scopritore di talenti, sapeva riconoscere in anticipo rispetto agli altri il valore delle persone e delle tendenze. A lui si deve il successo internazionale di Aldo Rossi, senz’altro l’architetto italiano più importante del secondo dopoguerra, a cui fece vincere, giovanissimo, il concorso del Cimitero di Modena e che successivamente invitò, da illuminato Presidente della Biennale, a realizzare il famosissimo “Teatro del Mondo” (1979) un padiglione surreale che galleggiava sull’acqua davanti alla Basilica della Salute.

Nel suo percorso di architetto ha costruito moltissimo, e non posso non ricordare al di là dell’elenco completo, il valore di alcune opere sinceramente straordinarie, come Casa Baldi, una villa unifamiliare in cui riflette il suo interesse per il Barocco, le case Enel di Tarquinia, la Moschea di Roma che rappresenta l’ultima grande “cattedrale” costruita in Italia nel dopoguerra.

* Professore ordinario di Architettura, Università di Genova

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