Giovedì 18 Aprile 2024

Professione: (prima) palombara della Marina

Venerdì Chiara Giamundo conseguirà un brevetto storico. Gli amici: quando punta a un obiettivo, alla fine lo raggiunge sempre

Preparativi di immersione per Chiara Giamundo

Preparativi di immersione per Chiara Giamundo

La Spezia, 18 febbraio 2020 - All’epoca delle vasche in piscina a Montaldo di Castro, quando inanellava vittorie su vittorie nuotando con grazia e potenza, la chiamavano "sirena". Per gli amici di Tarquinia, dove è nata il 23 gennaio di 23 anni, è "miss acqua" ma, ancor prima, un orgoglio cittadino. Lei è Chiara Giamundo, la prima donna palombaro nella storia della Marina Militara Italiana. Superando la rigida selezione alla scuola del Varignano, nel goldo della Spezia - sede del Comando Subacquei ed Incursori – ha segnato il progredire della subacquea e del genere femminile. Venerdì prossimo, nel piazzale della cittadella segreta dei corpi speciali, il brevettamento in pompa magna, alla presenza del capo di stato maggiore Giuseppe Cavo Dragone. Sarà il suo istruttore, un luogotenente, a poggiarle il basco blu sulla testa; un’immagine destinata ad entrare nelle enciclopedie che raccontano l’evoluzione dell’umanità sulla terra e sul mare.

"Un momento che si farà premio dopo tante fatiche..." dicono al Varignano, dove svelano i segreti del traguardo: "Chiara è una ragazza di grande acquaticità, ha una prestanza fisica inusuale per il genere femminile ma soprattutto è l’emblema della determinazione, alimentata da intelligenza e controllo. Punta un obiettivo e, pacata, dà il massimo per arrivarci".

Ne ha dato prova nel corso al Varignano durante i primi test nella vasca Panerai quando di punto in bianco l’istruttore le ha tolto maschera ed erogatore e, invece di annaspare, ha gestito la situazione in scioltezza; lo ha dimostrato nelle immersioni 'bendate' per orientarsi nell’oscurità liquida spezzina, fino all’impiego dello scafandro per le alte profondità, nelle acque dell’arcipelago della Maddalena, maneggiando gli esplosivi. Lì ha raggiunto i 60 metri sotto il livello del mare, la soglia per accedere all’elite che, fino a ieri, era fatta di maschi.

Palombara o donna palombaro? Già si pone l’interrogativo linguistico. Nel comunicato lanciato ieri dalla Marina Militare si parla della "prima donna a cui sarà conferito il brevetto da palombaro". Avremmo voluto chiedere a lei come lei piace essere definita. Ma fino alla vigilia dell’imbascamento non sarà possibile. Questione di blindatura finalizzata a preservarla dell’assedio mediatico e ad impreziosire una vetrina che, da qualsiasi parte si voglia vedere, è vanto per la Marina Militare, sempre più rosa.

Con lei, venerdì, saranno brevettati altri 14 compagni di corso. All’inizio erano 29, tutti volontari in ferma prefissata di un anno (Vfp1). Dopo aver superato la selezione al Centro addestramento reclute di Taranto, avevano bussato al corpo di guardia del Varignano per tentare il concorso. La metà non si è rivelata all’altezza. Lo stesso era accaduto, quattro anni fa, per la prima donna che si era cimentata nella sfida. Chiara ce l’ha fatta. E ora, oltre ai riconoscimenti nella terra natale in fase di studio, la attende il "Premio donna" del Comune di Porto Venere, solitamente consegnato ad Agosto, nella notte di San Lorenzo, dalla Consulta femminile della Spezia ma questa volta anticipato e connesso alla cerimonia di brevettamento. Accadrà nel 170° anno di fondazione della Scuola palombari, la fucina degli dei signori (e ora delle signore) degli abissi.

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