Mercoledì 24 Aprile 2024

Oscar 2023, non sempre vince il migliore. Chi sono i favoriti

Sembra che a spuntarla saranno film e attori più vicini a un certo sentiment piuttosto che superiori agli altri

Brendan Frazer in "The Whale" (Foto Protozoa Pictures)

Brendan Frazer in "The Whale" (Foto Protozoa Pictures)

Los Angeles, 12 marzo 2023 - Come sempre a poche ore dalla cerimonia degli Oscar 2023  impazzano i pronostici ma non le indiscrezioni. Alla fine, gli Oscar sono più una radiografia dei sentiments della famiglia di Hollywood e, indirettamente, dell’intera nazione, di quanto non siano un giudizio sul meglio di ciò che lo schermo ha offerto nell’arco di un anno. Infatti, ultimamente a contare sono state le varie ondate del cosiddetto woke, indice di correttezza, più o meno appropriato, piuttosto che il numero di nominations.

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Oscar 2023, i "belli" ma sfavoriti

A dare retta a queste il trionfo di Everything Everywhere All at Once sarebbe più che annunciato: c’è solo da sperare che la profezia non s’avveri perché il citazionismo retrò messo a bagno nel metaverso provoca solo una momentanea sorpresa.  Nella categoria miglior film il duo Daniel Kwan e Daniel Scheinert dovrebbe farcela nonostante blockbuster come Top Gun: Maverick e Avatar 2, più difficile che la spunti nell’Oscar per la regia, dove Steven Spielberg (The Fabelmans) e Martin McDonagh (Gli spiriti dell’isola) dovrebbero vedersela tra loro. Un duello che si ripete nell’ Oscar sceneggiatura.  Che i loro film siano tra i più solidi e completi lo dimostrano gli interpreti: la madre di The Fabelmans, Michelle Williams – ma in questa categoria la vincitrice annunciata è la direttrice d’orchestra Cate Blanchett di Tár – e il mandriano Colin Farrell degli Spiriti dell’isola, anche se tra gli interpreti maschili la contesa vera è tra l’“obeso” Brendan Fraser di The Whale e Austin Butler di Elvis. Più facile la spunti il primo perché l’ardua trasformazione fisica è quasi sempre premiata; anche se Butler meriterebbe il premio per avere tenuto in piedi quasi da solo il film di Luhrmann (forse anche grazie al nostro Aldo Signoretti responsabile del suo look e in gara per questa specialità). Resta l’incognita del film tedesco Niente di nuovo sul fronte occidentale, terza versione del romanzo di Remarque, presente (e quasi sicuro vincitore) tra i migliori film stranieri ma in lista anche in molte altre categorie, compreso il miglior film: un evento con pochi precedenti, tra cui La vita è bella. Lo spirito antibellico potrebbe favorire un’imprevista volata. 

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