Oscar 2020, l'analisi: nomination, snobbati, flop e polemiche

Le candidature lanciano temi interessanti, dal successo di 'Parasite' al flop di 'Frozen II', dalle donne registe all'inclusione etnica

Foto: Barunson E&A/Walt Disney Animation/Martin Chase Productions

Foto: Barunson E&A/Walt Disney Animation/Martin Chase Productions

L'annuncio delle nomination agli Oscar 2020 rivela alcune cose interessanti: la diversità cala, le registe donne scompaiono, 'Frozen II' buca un appuntamento importante, ma in generale gli incassi sono favorevoli ai candidati come miglior film e la Corea del Sud si ritaglia un posto di primissimo piano.  

I migliori film sono campioni di incassi

Sommando i guadagni nelle sale statunitensi di tutti i candidati come miglior film, otteniamo un totale di 747,2 milioni di dollari: cifra notevole, considerando che non tiene conto di 'The Irishman' e 'Storia di un matrimonio', usciti su Netflix. Si tratta della seconda migliore prestazione complessiva nella storia recente degli Oscar. La prima è stata quella dell'anno scorso, che aveva raggiunto 1,26 miliardi di dollari grazie soprattutto ai 700 milioni messi sul piatto da 'Black Panther'. Gli analisti guardano con soddisfazione a questo dato, perché testimonia la vitalità del grande schermo, nonostante il calo di spettatori avviatosi sin dagli anni Ottanta e la recente concorrenza dei servizi di streaming.  

La sorpresa di 'Frozen II'

Sei anni fa 'Frozen' vinse due Oscar: migliore film d'animazione e migliore canzone ('Let It Go'). Il sequel è stato accolto positivamente dalla critica, ha superato 1,3 miliardi di dollari al box office mondiale, ma non ha conquistato la nomination nella categoria riservata al miglior film (ha solo quella per la migliore canzone). È una delle maggiori sorprese degli Oscar 2020, anche perché sono entrati in cinquina titoli che sembravano meno favoriti: 'Dov'è il mio corpo' e 'Klaus: i segreti del Natale' (entrambi su Netflix), ma soprattutto 'Missing Link', che ha pure vinto il Golden Globe nonostante sia stato uno dei grandi flop del 2019, con 26,2 milioni incassati a fronte di un budget da 100 milioni. Per approfondire: Cinema, ecco i film che hanno fatto flop nel 2019  

L'inclusione etnica? C'è solo Cynthia Erivo

Se parliamo di attrici e attori, diciannove candidati su venti sono bianchi, il numero più alto dal 2016, quando erano tutti bianchi e quando esplose la polemica #OscarSoWhite. Quest'anno non mancavano possibilità di maggiore inclusione, ad esempio con Lupita Nyong'o per il film 'Noi' (dove fa un lavoro fenomenale), Awkwafina per 'The Farewell - Una bugia buona' oppure Eddie Murphy per 'Dolemite Is My Name'. L'unica eccezione è rappresentata da Cynthia Erivo, candidata come migliore attrice accanto alle colleghe Scarlett Johansson ('Storia di un matrimonio'), Saoirse Ronan ('Piccole donne'), Charlize Theron ('Bombshell') e Renée Zellweger ('Judy'). Grazie all'eccellente interpretazione per il film 'Harriet', Erivo è in lizza per aggiudicarsi il cosiddetto EGOT, cioè la vittoria in quattro differenti premi, non necessariamente per il medesimo lavoro: Emmy, Grammy, Oscar e Tony. Ha vinto quest'ultimo nel 2016, grazie allo spettacolo teatrale 'Il colore viole' (che le ha procurato anche il Grammy) e ha conquistato un Daytime Emmy grazie alla partecipazione allo show 'Today'.  

Niente registe donne

La categoria dedicata alla regia vede esclusivamente la presenza di maschi e questo significa che nell'ultimo decennio solo una candidata su cinquanta è stata donna: si tratta di Greta Gerwig, in nomination nel 2018 grazie al film 'Lady Bird' e considerata una delle grandi escluse di quest'anno, perché in molti pensavano che 'Piccole donne' le avrebbe procurato un posto nella cinquina dedicata a chi si siede dietro la cinepresa. Per approfondire: Oscar 2020, ancora niente donne nelle nomination alla regia  

Il caso 'Parasite'

'Parasite', del sudcoreano Bong Joon-ho, è uno dei migliori titoli dell'anno e questo non si discute. Dopo la vittoria della Palma d'Oro a Cannes e quella come miglior film in lingua straniera ai Golden Globe, era scontato che fosse candidato anche agli Oscar. Le sei nomination rappresentano però una sorpresa: oltre a quella come miglior film in lingua straniera ha ottenuto anche quella come miglior film, regia, sceneggiatura originale, scenografia e montaggio. Un risultato che va oltre le più rosee aspettative e che testimonia l'ammirazione dell'Academy per Bong Joon-ho. Per approfondire: Parasite, la serie TV in lavorazione a HBO

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