Mercoledì 24 Aprile 2024

Orsetti d’acqua e calamari voleranno nello spazio per il bene della scienza

Il 3 giugno, migliaia di tardigradi (detti anche orsetti d’acqua) e di cuccioli di calamaro voleranno nello spazio grazie alla NASA e a una navicella di SpaceX

Foto: Videologia / iStock

Foto: Videologia / iStock

Se con il turismo spaziale, fenomeno sempre più in espansione, pensavate di averle già sentite tutte, aspettate di scoprire cos’ha in mente la NASA. Alle 19.29 ora italiana del 3 giugno, a bordo della navetta Dragon di SpaceX (l’azienda aerospaziale di Elon Musk) che partirà dal Kennedy Space Center in Florida, circa 5mila tardigradi e 128 cuccioli di calamaro (Euprymna Scolopes) voleranno nello spazio. Destinazione? La Stazione Spaziale Internazionale.

Obiettivo: proteggere la salute degli astronauti

I tardigradi, detti anche orsetti d’acqua, e i calamari non verranno lanciati nello spazio per divertimento, ma per il bene della scienza. Questi invertebrati saranno in orbita per un esperimento scientifico molto importante, che ha il nobile obiettivo di scoprire nuove strategie per proteggere la salute degli astronauti durante le missioni spaziali particolarmente lunghe e fisicamente estenuanti. Al centro del progetto ci saranno soprattutto i tardigradi, capaci di sopravvivere in condizioni estreme. Per rendere l’idea, non muoiono nemmeno in un ambiente con una temperatura prossima al punto di ebollizione dell’acqua. Inoltre, resistono alle radiazioni e a qualsiasi tipo di impatto, e possono vivere giorni (in alcuni casi settimane) con pochissimo ossigeno.

Imparare dagli invertebrati

Portare questi minuscoli invertebrati (sono lunghi circa 1 millimetro) nello spazio potrebbe servire a identificare il gene che permette loro di sopravvivere in condizioni estreme. Secondo Thomas Boothby dell'Università del Wyoming, uno dei promotori dell’esperimento, le rilevazioni saranno molto utili per imparare qualche trucchetto degli orsetti d’acqua, con l’obiettivo di adattarlo alla salvaguardia della salute degli astronauti. I calamari, invece, sono stati scelti perché hanno un particolare organo che produce luce all’interno dei loro “corpi”: merito di batteri bioluminescenti che forniscono ai calamari il loro bagliore. Grazie all’esperimento nello spazio, i ricercatori della NASA potranno raccogliere maggiori informazioni sulla relazione simbiotica tra quei batteri e i calamari: anche questo si rivelerà determinate per fare passi in avanti in termini di prevenzione di alcune malattie frequenti tra gli astronauti: "Gli animali, inclusi gli esseri umani, fanno affidamento sui nostri microbi per mantenere un sano sistema digestivo e immunitario", spiega Jamie Foster, microbiologo dell'Università della Florida, in una nota.

 

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