Martedì 16 Aprile 2024

Ora Genny il boss è una bambina "Una commedia, ma fa riflettere"

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di Piero Degli Antoni

Il gigante e la bambina. Cosa succede se l’anima di un camorrista si reincarna in una bambina, e viceversa? È lo spunto di Rosanero, in onda su Sky Cinema dal 9 settembre, interpretato da Salvatore Esposito (Genny Savastano di Gomorra) e la giovane Fabiana Martucci.

Salvatore Esposito: come si è preparato a interpretare una bambina?

"Per me l’idea era di giocare, perché noi attori tendiamo a prenderci troppo sul serio. Ho cercato di dare libero sfogo al bambino che è in me. Ho osservato molto Fabiana, come parlava, come rideva. Sono riuscito a rubarle qualcosina, mi sono lasciato andare. Ho un fratello di tredici anni quindi non è stato difficile ricordare come si è da bambini. Quando, con il regista Andrea Porporati, l’abbiamo trovata, eravamo contentissimi perché non era solo una bambina dolcissima ma anche cazzutissima".

Immagino che abbia visto Big con Tom Hanks e Da grande con Pozzetto che avevano uno spunto simile...

"In realtà il film si ispira a un libro, appunto Rosanero, che era ambientato a Palermo e noi l’abbiamo trasferito a Napoli. A differenza delle altre due versioni, la nostra è più una fiaba che parte col mostro cattivo il quale, a contatto con la bambina, capisce tante cose che prima non capiva. Si ride con tante gag, è una commedia ma non solo una commedia. Fa riflettere".

Sempre dalla camorra si parte...

"Grazie anche a Gomorra siamo riusciti a smitizzarla. Prima era un tabù, adesso ci sono tanti film che ne parlano. Il grande mostro nero da cui tutti scappavano adesso è diventato l’oggetto di prese in giro".

Si può scherzare anche sulla camorra?

"Ho visto un film bellissimo, Jojo Rabbit, l’esempio migliore, in cui si prende in giro addirittura Hitler. Se tutto questo serve a mettere luce e togliere forza a quello che sembra un male incurabile, ben venga".

Lei è convinto che davvero Gomorra sia servita a smitizzare la camorra?

"Non solo la camorra ma anche la mafia. Prima sembravano fenomeni da tenere nascosti. Anche in America, dopo Il Padrino, Quei Bravi Ragazzi, dopo Gli Intoccabili, Robert De Niro ha fatto Un boss in terapia, oppure ne I Sopranos si vede James Gandolfini che va dalla psicologa per gestire i suoi attacchi di panico, anche noi siamo arrivati a sdoganare tutto questo".

Non si sente un po’ prigioniero del personaggio del camorrista?

"Ogni ruolo, ogni personaggio può essere interpretato in modo diverso. Il camorrista di Rosanero non è Genny di Gomorra. Il problema è permettere a chi li sceglie di capire dove un attore può essere efficace. Più che a me, la domanda dovrebbe essere rivolta ai registi".

Come è oggi la situazione di Napoli?

"A Napoli si sta benissimo. La città vive un momento florido non solo dal punto di vista culturale, ma anche turistico, è una delle città più visitate d’Italia. Ci sono i soliti problemi delle grandi periferie, ma riguardano la gestione politica di questo Paese".

In questo film ha interpretato il ruolo di una bambina. Quale altro ruolo le piacerebbe?

"Un supereroe. Batman. Un supereroe con virtù e difetti, ma che si batte per difendere i più deboli dai soprusi, come ho cercato di fare sempre nella mia vita. Forse ci vorrebbero tanti Batman anche nella politica italiana. Ci vorrebbe qualcuno che pensasse alla gente e non solo ai propri meri interessi. Qualcuno che pensasse ai giovani, alla loro cultura, alla loro formzione, invece di litigare sulle sciocchezze".

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