
Un concerto speciale, venti anni dopo. Era il 12 novembre 2003 quando a Nassiriya, in Iraq, un camion cisterna esplose davanti alla base italiana dei carabinieri che stavano svolgendo insieme all’esercito e ai volontari una missione di pace. Dopo qualche mese, nella Basilica di San Paolo Fuori le mura a Roma – la stessa chiesa nella quale si erano svolti i funerali delle vittime –, il maestro Paolo Olmi diresse un concerto commemorativo organizzato insieme al governo, davanti a migliaia di persone, tra le quali centinaia di militari, molti famigliari dei caduti e i massimi rappresentanti dello Stato.
Sarà ancora il maestro Olmi a dirigere domenica (alle 21), nella Chiesa dei Santi Carlo e Ambrogio a Roma, un concerto gratuito a venti anni dalla strage, in un progetto del ministero della Cultura, con il patrocinio della Difesa e la collaborazione del Cidim (Comitato italiano nazionale musica), dell’Associazione italiana attività musicali, di Emilia-Romagna Concerti e della Fondazione pro musica e arte sacra.
Sul palco la Ymeo, l’Orchestra dei giovani europei – startup di musicisti provenienti da tutto il mondo, con esperienza in Iran, Israele, Palestina, Vietnam, Repubblica democratica del Congo, Cina e Albania –: eseguirà la Sinfonia n.3 ‘Eroica’ di Beethoven e concluderà il concerto insieme alla banda musicale dell’Arma dei carabinieri e a quella dell’Esercito, impegnate nel Canto degli Italiani. Saranno presenti i famigliari delle vittime di Nassiriya e dei caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace.
"Io e l’orchestra abbiamo voluto celebrare con la musica questo anniversario – racconta Paolo Olmi –: molti dei nostri musicisti non erano nati o erano ancora bambini, ma hanno capito che in quel momento l’Italia è stata veramente unita nel dolore. Abbiamo suonato spesso per i militari italiani all’estero, ad esempio per le truppe in Libano o per i carabinieri in Palestina. Attraverso di loro il nostro Paese si è guadagnato l’immagine di una Nazione generosa, civile e coraggiosa. E nostro il lavoro va nella stessa direzione".
Francesco Moroni
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