Martedì 16 Aprile 2024

Non sparare invano: il vangelo di Tex Willer

Un giusto, dalla parte dei deboli e degli oppressi, probabilmente metodista. Alla ricerca delle radici religiose del ranger più amato

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Roma, 15 settembre 20202 - "Ok, sono un eroe del bene, non uno stinco di santo. Non sopporto i farabutti e i prepotenti. Non sopporto chi se la prende con i più deboli. Non so se questo ha a che fare con la religione. So che ha a che fare con quello che sono: un uomo". Parola di Tex Willer (attraverso la penna di Mauro Boselli, sceneggiatore e curatore della serie a fumetti) che si presenta così con i suoi modi bruschi e diretti, ma anche con contenuti di una certa profondità. A esplorare il rapporto tra il popolare eroe dei fumetti e la religione sono Brunetto Salvarani e Odoardo Semellini, autori del libro Il vangelo secondo Tex Willer, edito da Claudiana.

È vero che "il vento soffia dove vuole", come dice Gesù a Nicodemo nel Vangelo di Giovanni, ma aspettarsi il soffio dello Spirito anche nelle avventure western di Tex Willer, tra pistolettate, duelli, banditi in fuga e massacri vari, potrebbe sembrare strano. Personaggio sempre dalla parte della giustizia e dei più deboli, ma anche piuttosto spiccio nei modi (a partire dall’uso delle armi e dei cazzotti) e poco incline al perdono, l’eroe dei fumetti creato nel 1948 da Giovanni Luigi Bonelli e Aurelio Galleppini non sembra proprio un uomo illuminato dalla Fede. Eppure, leggendo il Il vangelo secondoTex Willer si riscoprono i tanti suoi rapporti con le religioni e si può riflettere su quanto anche lui si possa definire (oppure no) un credente.

Il libro raccoglie un gran numero di informazioni sulla serie più longeva e di maggior successo del fumetto italiano e anche sulle varie realtà religiose che Tex incrocia nelle sue avventure: da quelle delle culture antiche (aztechi, egizi, maya) a quelle cristiane (cattolici, battisti, quaccheri); dalle altre religioni (buddismo, Islam e via dicendo) a quelle dei nativi americani fino ai satanisti e al vodoo. Nella prefazione, Paolo Naso si diverte a cercare affinità tra Tex e le varie comunità, ipotizzando un’influenza dei metodisti, mentre i due autori analizzano vari episodi della saga, compresi alcuni famosissimi come quelli con il “Morisco“ o con “Mefisto“. Viene anche ricordata la formazione cattolica della moglie di Tex, l’affascinante e coraggiosa indiana Lilith.

Aldilà dei vari incroci con il tema religioso, il lettore di Tex non si stupirà per la sottolineatura della grande moralità e del forte senso di giustizia del personaggio.

"Quando leggevo i suoi fumetti, da ragazzo, non avevo consapeviolezza dei riferimenti religiosi. Sicuramente, al di là dell’aspetto avventuroso mi colpiva molto il suo rigore morale, il fatto di badare alla sostanza più che alla forma", dice Eugenio Bernardini, pastore valdese e presidente di Claudiana.

Forse agnostico, ma dotato di una sua spiritualità molto libera, Tex (con i suoi compagni di avventura: il figlio Kit, l’indiano Tiger Jack e l’inseparabile Kit Carson) difende i deboli e gli oppressi: in questo senso è molto “evangelico“ e probabilmente piacerebbe anche a Papa Francesco perché, come ricorda Antonio Staglianò (vescovo di Noto e appassionato del fumetto), "è sempre dalla parte dei poveri".

Con molto anticipo rispetto al cinema western (Soldato Blu è del 1970) Tex è un difensore degli indiani (con il nome di Aquila della notte è il capo dei Navajos) e non giudica mai nessuno per il colore della pelle o per la provenienza geografica. E, vedendo certe tendenze nella società contemporanea, in questo è in anticipo anche rispetto ai nostri tempi.

 

 

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