Giovedì 25 Aprile 2024

Mahmood: "Non ho mai voluto Soldi, solo il vero amore"

Il cantautore pubblica il nuovo album “Ghettolimpo”. E confessa: "Mia madre è l’unico punto fermo. Dopo Sanremo non mi piacevo più"

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Mahmood, spiazzato dal video in cui Nanni Moretti canticchia Soldi davanti allo specchio aggiustandosi lo smoking da indossare sulla Croisette?

"Quando gli amici mi hanno taggato quel filmato, lì per lì non ho capito. Per me è un onore immenso. Difficile realizzare che uno come lui abbia scelto proprio una mia canzone per annunciare la partecipazione di Tre piani al Festival di Cannes".

Come era già successo con Sono un ragazzo fortunato di Jovanotti che Nanni cantava al figlio neonato in Aprile, pure nell’esecuzione di Soldi Moretti stona con disinvoltura.

"Fa niente, il bello è un po’ anche quello. Moretti nel cinema è una figura così grande che l’intonazione può lasciarla a noi modesti cantanti".

Se, nonostante i 172 milioni abbondanti di stream, Soldi per Alessandro Mahmoud (il cognome che ha all’anagrafe) è il passato, il presente sta nelle 14 canzoni di Ghettolimpo, l’album in uscita oggi in cui racconta l’avventura di questi anni accantonando i miti dell’Egitto paterno per posare lo sguardo su quelli dell’antica Grecia. Ghettolimpo diventa così un po’ il suo Vello d’Oro, la panacea ad ogni dolore, la cura di ogni ferita (del successo), su cui mettere le mani con la complicità di argonauti come Elisa, coprotagonista di Rubini, e il francese Woodkid, che lo affianca in Karma, anche se nel secondo singolo Dorado, uscito a luglio 2020 e già doppio platino, ci sono pure Sfera Ebbasta e Feid. L’album è stato anticipato pure da Rapide (ancora doppio platino), da Inuyasha (disco d’oro), da Klan e da quella Zero inserita pure nella colonna sonora dell’omonima serie originale Netflix. Diversi i produttori a cominciare da Dardust.

Sulla copertina di Ghettolimpo si rappresenta in una duplice veste, Narciso e il suo riflesso mostruoso. A chi s’avvicina di più?

"Sento più vicino il lato cupo, anche se cerco in ogni modo di essere solare, lasciando sempre aperta la porta alla speranza. Nella stessa Ghettolimpo, ad esempio, dico “nel buio, guarda tua madre, ti dirà: l’amore è ciò che ti resta“".

Nell’introduzione di Ghettolimpo emula vocalità da muezzin.

"Si tratta di reminiscenze lontane. Di quando, da bambino, papà mi portò per qualche giorno al Cairo dove la mattina mi svegliavo con la preghiera a tutto volume degli altoparlanti dei minareti. Ci ho messo quel poco di arabo che conosco, perché in casa parlo sardo dalla mattina alla sera. Però, mio padre mi ha insegnato a contare fino a 10 e questo me lo gioco in Talata, la canzone forse più divertente e divertita dell’album".

T’amo, invece, la canta in sardo.

"Sì, perché è dedicata a mia madre Anna (di Orosei, ndr). Solo lei, infatti, riesce a strapparmi di bocca quella parola che non riesco a pronunciare ad altri; visto che mio padre se n’è andato quando ero piccolo, dentro ci sono i ventisette anni passati assieme, condividendo lo stesso tavolo, le stesse stanze, le stesse difficoltà".

A proposito, in Dorado guardandosi indietro ricorda "nelle tasche avevo nada, ero cool, non ero Prada". Come ha vissuto il dopo-Sanremo e come vive ora la sua vita da privilegiato?

"Subito dopo Sanremo è cambiata la mia vita. Ho dovuto fare i conti con un altro me stesso. Mi guardavo allo specchio e vedevo una cosa diversa, passava la mia immagine in tv e mi sembrava tutto strano. Non mi riconoscevo, non mi piacevo nemmeno nelle foto, tutto diventava più complicato. Poi mi sono sbloccato, ho fatto i conti con una realtà nuova e pace con me stesso. Oggi non ho vizi particolari, tranne il cibo. Mangio tanto. Sono ancora in affitto e sto cercando casa; i soldi guadagnati vorrei metterli lì. Le abitudini sono quelle di prima, l’unica cosa che è cambiata è la coscienza di avere finalmente un lavoro. E non scrivo più i miei pezzi sul tram, ma in aereo.

Oggi in Italia tutta la musica pop e cantautorale deve fare i conti con quella della sua generazione?

"Penso che artisti come Cesare Cremonini, Tiziano Ferro o Elisa rimangano un marchio assoluto della musica italiana. Noi non togliamo spazio ad alcuno, casomai aggiungiamo altri tasselli, altri strati, altri colori, al mosaico".

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