Noemi Bocchi: "Entro in sala operatoria". La fidanzata di Totti e la diastasi addominale

La foto su Instagram insieme al chirurgo prima di sottoporsi all'intervento

Noemi Bocchi e la storia su Instagram

Noemi Bocchi e la storia su Instagram

Roma, 15 marzo 2023 – "Scendiamo in sala operatoria". È stata Noemi Bocchi a dare l’annuncio ai suoi fan questa mattina. Una storia su Instagram per immortalare il momento più difficile: l’inizio dell’intervento chirurgico per ridurre la diastasi addominale di cui soffre la fidanzata dell’ex calciatore Francesco Totti. Noemi è entrata in sala operatoria in mattinata, a operarla è il chirurgo plastico Giovanni Giuliano. La foto postata su Instagram dalla ‘flower designer’ che la immortala sul letto dell’ospedale insieme al suo chirurgo è stata caricata poco prima delle 10 di questa mattina. E l’annuncio: "Scendiamo in sala". Noemi ha iniziato ad accusare i primo disturbi "dopo 8 anni dalla seconda gravidanza". Perché affidare paure e timori sul web? Perché ai social deve tutto: "Ho scoperto di averla grazie ai gruppi Facebook in cui ci sono donne che con la loro testimonianza danno coraggio ad altre donne. Questa cosa mi ha colpito molto: donne che si sostengono per superare un malessere non capito né dalle famiglie, né dalla società", aveva scritto la fidanzata di Totti in un post.

I preparativi

Ultimi preparativi… domani sarà, per me, un giorno importante!!! Dottor Giovanni Giuliano sto arrivando. Felice di aver scelto lei”. Sono le parole lanciate ieri sul web dalla biondissima nuova compagna di Totti. Una foto affidata ai social mentre prepara la valigia per il ricovero. Una semplice maglietta nera indosso e uno scorcio della borsone firmato Luis Vitton. “Un intervento che passa come estetico, ma di estetico ha ben poco”, ha raccontato Noemi. Grazie al gruppo di donne incontrare su Facebook, Noemi ha “deciso il percorso da intraprendere e con chi”. Ovvero, il dottor Giovanni Giuliano. “I loro racconti – ha detto la fidanzata del Pupone – mi hanno fatto prendere coscienza e ho deciso di fare la mia parte condividendo il mio percorso e raccontandovi anche i sentimenti che l'articolo sulla gravidanza ha suscitato in me. Sentimenti che si generano in tutte le donne che hanno patologia e si sentono rivolgere domande inopportune”.

“L’intervento spaventa me, così come ognuna di voi”

“So bene che la patologia che ho è solo invalidante e può essere curata – aveva scritto anche Noemi qualche settimane fa in una riflessione affidata ai social – tuttavia l'intervento chirurgico spaventa me, così come spaventa ognuna di voi. Mi sembra di poter vedere la vostra preoccupazione che è proprio uguale alla mia e fra non molto spero di risolvere definitivamente questo disagio. Sono sicura che quando in futuro mi guarderò indietro ricorderò la vostra vicinanza e proverò solo gratitudine e non più tristezza”.

Cos’è la diastasi addominale

“La diastasi addominale è la separazione della parte sinistra dalla parte destra del muscolo retto addominale”, spiega sul suo sito il dottor Giovanni Giuliano. “Una minima separazione è definita come fisiologica, ma quando assume dimensioni importanti è il momento di fare qualcosa”. La diastasi addominale è quindi l’allargamento eccessivo della muscolatura della zona addominale. La parete addominale anteriore è formata da due muscoli, tenuti insieme da una banda di tessuto connettivo che corre dallo sterno fino al bacino, congiungendo i due muscoli retto-addominali e permettendo di contenere i visceri interni. “Questa fascia è molto resistente, ma poco elastica: se per per qualche ragione (può essere una gravidanza, come è successo a Noemi, ndr) si sfibra o si assottiglia, difficilmente torna alle sue condizioni iniziali in modo spontaneo”, spiegano gli esperti del Gruppo San Donato. “Ecco allora che si parla di diastasi addominale, problema che può avere diversi gradi a seconda dell’allontanamento, maggiore o minore, dei due muscoli retto-addominali”. La diastasi addominale può essere più o meno grave in base alla dimensione dell’allargamento della fascia connettiva: è lieve se inferiore ai tre centimetri, ma può diventare grave se la distanza tra i muscoli supera i cinque centimetri.

Come si cura

Il chirurgo plastico scelto da Noemi Bocchi usa un metodo nuovo e poco invasivo. “Dopo un parto, avere la pancia globosa viene ritenuto normale – spiega Giuliano – e in effetti in alcuni casi lo è. Diventa però una patologia quando l’aspetto globoso dell’addome non regredisce e si accompagna a una serie di sintomi fisici importanti”. “La mancata conoscenza di questa patologia, facilmente diagnosticabile durante una semplice visita medica di routine – continua – porta molte persone a credere che la caratteristica pancia a forma di pera sia sintomo di rigonfiamento addominale. In realtà si tratta di un deficit funzionale dei muscoli addominali che deve essere trattato”. Il metodo usato da Giuliano “è una tecnica innovativa e mini-invasiva, ideata da me dopo anni di studio e operazioni chirurgiche perfettamente riuscite. Grazie al mio metodo oltre 4mila pazienti sono tornate a sorridere e hanno ottenuto un risultato funzionale ed estetico, dimissioni rapide e un rapido recupero muscolare post-operatorio”.

 

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