Nelle città degli scrittori: un viaggio nell’anima

Dalla Firenze di Palazzeschi alla Lisbona di Tabucchi: l’altra via per vivere la letteratura. E nascono musei e parchi dedicati

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di Francesco

Ghidetti

"Per coloro che non conoscono Firenze o la conoscono poco, alla sfuggita e di passaggio, dirò com’ella sia una città molto graziosa e bella circondata strettamente da colline armoniosissime". Vero, verissimo. Specie se la guardate da Campo di Marte, magico quartiere della città. Oppure: "È curioso come certi occhi serbino visibilmente l’ombra di chissà quali immagini, già impresse, chissà quando e dove, nella retina, a modo di una scrittura incancellabile che gli altri non sanno leggere – e spesso non vogliono". E questa è Roma, anche se non citata. Ancora: "Non si sentì rassicurato, sentì invece una grande nostalgia, di cosa non saprebbe dirlo, ma era una grande nostalgia di una vita passata e di una vita futura, sostiene Pereira". Lisbona, ovvio.

Citazioni prese a caso da un gioiellino editoriale che va sotto il nome di Guida tascabile per maniaci dei viaggi letterari (edizioni Clichy). Per doverosa onestà filologica gli scrittori menzionati sono Aldo Palazzeschi, Elsa Morante, Antonio Tabucchi. Più che una guida, siamo di fronte a un manuale di pura ed esaltante letteratura. Chi legge, viaggia. Con la mente, con il cuore, con la ragione. E il bello è che, in letteratura, si può viaggiare in tutti i modi. Letteralmente (zaino in spalla, insomma, fra treni, auto e aerei). A tavolino con la penna o il computer tra le mani ("scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli", scandiva Emilio Salgari). A sedere sul divano con un libro e una matita per sottolineare i passaggi che più piacciono.

Insomma, viaggiare è fare letteratura. Puoi trovarti a Costantinopoli con Edmondo De Amicis, per esempio: "L’emozione che provai entrando in Costantinopoli – scrive nel 1877 – mi fece quasi dimenticare tutto quello che vidi in dieci giorni di navigazione dallo stretto di Messina all’imboccatura del Bosforo. Molti personaggi e casi che mi divertirono durante il viaggio, si sbiadirono per modo nella mia mente, dopo visto il Corno d’Oro, che se ora li volessi descrivere, dovrei lavorare più d’immaginazione che di memoria". Già, la memoria, unica cosa che legittima il presente. E se il presente è storia che cosa di meglio che recarsi nei luoghi della letteratura? Che cosa di meglio che attraversare le stesse piazze, strade, vicoli dei grandi della letteratura?

Magari pensando a Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Dormire alla Kalsa, il quartiere arabo di Palermo, dove Garibaldi e i suoi Mille (tra cui illustri scrittori come Ippolito Nievo, Giuseppe Bandi e Giuseppe Cesare Abba) sbaragliarono le truppe dell’infame Borbone? Tutto possibile se si tiene tra le mani Il Gattopardo, capolavoro che spiega il Risorgimento meglio di tantissimi saggi.

Ovviamente è consigliabile andare in quella magica parte del capoluogo siciliano in piena estate, con almeno quaranta gradi all’ombra per sentire addosso la febbre del Principe Salina: "Aprì una delle finestre della torretta. Il paesaggio ostentava tutte le proprie bellezze. Sotto il lievito del forte sole ogni cosa sembrava priva di peso: il mare, in fondo, era una macchia di puro colore, le montagne che la notte erano apparse temibilmente piene di agguati, sembravano ammassi di vapori sul punto di dissolversi, e la torva Palermo stessa si stendeva acquetata attorno ai conventi come un gregge al piede dei pastori".

Poi, se vi va, potete cercare serenità nei parchi dedicati alla letteratura. Da Aliano, in provincia di Matera (casa museo del confino di Carlo Levi e annessa pinacoteca) a Cecina, nel livornese, per conoscere Carlo Cassola. Dalla casa natale di Giorgio Bassani a Ferrara alla casa natale di Pier Paolo Pasolini a Bologna. Dalla casa museo (bellissima) di Alberto Moravia a Roma all’Alba di Beppe Fenoglio.

Se poi siete un tantino snob, e avete tempo e soldi, potete viaggiare con i libri (fisicamente e non) all’estero. E non c’è che l’imbarazzo della scelta. Che sia la Lisbona di Pessoa o la Marsiglia di Izzo o il Giappone. O tanto altro. Perché la letteratura è infinita. E forse ci salva. Anche quando siamo sottoterra. A proposito: seguite la via che la Guida vi propone. Troverete molte lapidi e tombe. Emozionanti e paradossalmentefoscolianamente piene di vita. Davvero.

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