Nella Torino di Pandiani, sedotti da un’ombra “polar“

In "Ombra" di Enrico Pandiani, un gruppo di ex criminali francesi si ritrova a indagare su un misterioso incidente stradale a Torino. Un'avventura ricca di colpi di scena, azione e dialoghi secchi che porta a rivelazioni sconvolgenti e a una riflessione sui luoghi, i personaggi e lo stile dell'autore.

Grosso guaio a Torino per la banda Ventura. Un prete di periferia è morto in un normale incidente stradale che, però, secondo il vecchio, secondo il Numero Uno (misterioso capo di una ancor più misteriosa agenzia investigativa europea) non è affatto normale: qualcosa di strano e di terribile c’è sotto quella tragica fine. E allora i quattro amici – Max, Abdel, Sanda e Vittoria – vengono convocati dal vecchio. L’ordine è chiaro. Dovete capire se è successo davvero qualcosa di strano. Loro, ex criminali francesi che si sono rifatti una vita in Italia, in una Torino chiaroscura e che vorrebbero tornare alla normalità seppellendo un passato di violenze inaudite, non possono dire di no. E di cose i nostri antieroi ne scopriranno, anche troppe e tutte molto imbarazzanti per una parte della Chiesa. Cose scandalose e un intreccio fitto come la tela di un ragno. Un intreccio che porterà, tra colpi di scena e azione sfrenata e dialoghi secchi a devastanti verità.

Ma, al di là della trama, che ovviamente non vi sveliamo oltre, sono molte le riflessioni critiche che si possono fare su questo nuovo romanzo del re del polar italiano Enrico Pandiani, noto soprattutto per il ciclo di “Les Italiens“ (iniziato nel 2009) e per la banda Ventura (ci riferiamo all’esordio con “Fuoco“, vincitore del Premio Scerbanenco 2022). La prima riguarda i luoghi dell’azione, vale a dire le strade e le piazze di Torino, una Torino molto francese e molto colorata, bella e imponente, tenebrosa e con raggi di sole, egoista e accogliente al tempo stesso, popolata di vizi e virtù. Il secondo tema riguarda i protagonisti. Con questo romanzo, Pandiani compie il classico salto di qualità, delineando per tutti i protagonisti i tic, le paure e le speranze. Nessuno dei personaggi prevale sugli altri; tutti, buoni e cattivi, restano ben impressi nella mente.

Lo stile di Pandiani è il terzo elemento di riflessione. Secco e puntuale, trova nei dialoghi e nelle descrizioni interiori (esemplare il caso di Max) i suoi punti di forza. Nessun intimismo, ma un aspro scavo delle anime di ognuno colpisce al cuore il lettore. Pandiani si conferma dunque come uno dei migliori amici di penna nel panorama letterario italiano e, al polar, aggiunge, specie nella parte centrale di “Ombra“, un pizzico di classica detective story. Con questo passato che continua a inserirsi prepotentemente nella vita di Max, Abdel, Sanda e Vittoria. Determinando una tensione che attrae morbosamente il lettore. E che, sublime paradosso letterario, ti induce a un (cauto) ottimismo nei confronti della vita.

Francesco Ghidetti

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