Mercoledì 24 Aprile 2024

"Ne’ begli occhi" di Vittoria Le lettere di Michelangelo

Al via la digitalizzazione di 342 manoscritti del grande artista (e poeta). Scrisse all’amata amica, a Clemente VII e alla regina Caterina de’ Medici

di Olga Mugnaini

"Quante più fuggo e odio ognor me stesso, tanto a te, donna, con verace speme ricorro; e manco teme l’alma di me, quant’a te son più presso. A quel che ‘l ciel promesso m’ha nel tuo volto aspiro e ne’ begli occhi, pien d’ogni salute". È uno dei sonetti che Michelangelo Buonarroti scrisse alla sua amata amica Vittoria Colonna, che alla sua scomparsa pianse per sempre. Questa lettera è solo una delle tante che il grande artista, ma anche poeta, ha lasciato in eredità alla famiglia, custodite a Casa Buonarroti, e che poi l’ultimo discendente nel 1859 ha donato alla città di Firenze. Un archivio di 169 volumi, tutti manoscritti, e oltre 25.000 carte, che ci raccontano mille aspetti dell’immenso artista e dell’uomo: cosa mangiava, come si curava, quanto spendeva per gli abiti. "Ma possiamo anche seguirlo nei suoi momenti di meditazione – racconta la presidente di Casa Buonarroti, Cristina Acidini – nei suoi slanci di generosità, nei suoi accessi d’ira, nelle sue paure".

Per 342 lettere autografe è iniziato ora il progetto di restauro e digitalizzazione, col contributo di Ente Cambiano, che sarà seguito dalla restauratrice Antonella Brogi. Un intervento reso necessario dal degrado della carta, causato dal tempo e dall’inchiostro metallo-gallico che la perfora.

Le preziose carte comprendono minute di lettere inviate ai personaggi più vari del suo tempo: da papa Clemente VII alla regina di Francia Caterina de’ Medici, dallo storico Benedetto Varchi a Giorgio Vasari.

Toccante la lettera scritta per il padre Ludovico Buonarroti nel 1496 e il documento vergato sotto dettatura da Daniele da Volterra e firmato da un ormai malato Michelangelo, appena tre giorni prima della morte, avvenuta il 18 febbraio 1564 a Roma. Tutto questo è giunto a noi grazie alla spiccata attitudine di Michelangelo alla conservazione, quasi maniacale, di ogni documento che riguardasse la sua quotidianità: contratti, lettere ricevute, minute delle lettere inviate, bozze di poesie, conti della spesa.

"Il restauro riguarda una parte del patrimonio della Casa Buonarroti di straordinaria importanza – prosegue Cristina Acidini –, che resta dietro le quinte perché si tratta di carte di archivio, ma che hanno avuto un ruolo fondamentale nel percorso di conoscenza di Michelangelo Buonarroti".

"Nel quarto volume – spiega Brogi – ci sono lettere varie agli amici e carte rivolte soprattutto alla famiglia. Sono stati scelti questi due volumi per la necessità imminente di un restauro conservativo, su iniziativa dell’Associazione degli Amici della Casa Buonarroti, nelle persone di Elisabetta Archi e Antonio Paolucci".

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