NATALE DI GUSTO CON CIBI SANI "DIAMO FIDUCIA ALLA NATURA"

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Imbandire una tavola di Natale all’insegna del gusto e della salute non svuota le tasche. Anzi. Ciro Vestita, medico, dietologo, docente di Nutrizione umana e Fitoterapia all’università di Pisa, arriva giusto in tempo in libreria con Cibi ed erbe che curano (Bur Rizzoli) proprio per tracciare una strada maestra che attinga dall’orto di stagione, dal banco del pesce come da quello del macellaio per soddisfare il palato senza spendere una fortuna e difendendo la nostra salute. Insieme al cuoco Carmine Jovine, chef del ristorante pisano La Buca, le oltre 250 pagine del volume sono anche un accattivante ricettario che aiuta a coniugare tradizione, territorio, storia e memoria. Perché l’altro elemento che caratterizza la pubblicazione è la ricostruzione delle vicende che hanno portato alla ribalta, nei secoli, certi alimenti, le cui virtù sono poi state confermate da studi scientifici anche recentissimi. "È il caso – esemplifica Vestita – delle banane: quando Cristoforo Colombo arrivò a Panama al termine del suo quarto viaggio nel 1503, fu accolto da una terra inospitale di cui rimase prigioniero perché le sue navi vennero affondate da un mollusco che ne marcì il fasciame. Da grande astronomo qual era sapeva che di lì a poco ci sarebbe stata un’eclissi di luna e preannunciò al capotribù locale che gli avrebbe rubato l’argenteo astro se non avesse trattato bene lui e gli uomini del suo equipaggio. Inizialmente irriso, al manifestarsi del fenomeno celeste, fu invece mantenuto per un intero mese a banane e ananas. Il fatto che la ciurma sia sopravvissuta indica che si tratta di cibi nobili per l’alto contenuto di potassio e magnesio, il cui effetto calmante è tuttora indicato come viatico per notti serene".

Come dire che l’inaspettato può riservare sorprese davvero inimmaginabili. "Come quando – ricorda l’autore – nel 1932 alle Olimpiadi di Los Angeles vinsero la medaglia d’argento del canottaggio dodici portuali livornesi, ai quali venne chiesto quante bistecche erano abituati a mangiare per sviluppare quei muscoli. E loro caddero dalle nuvole svelando che la loro alimentazione era a base di cacciucco e farina di ceci mescolata con poco olio. Altri cibi poveri". E guai disfarsi a cuor leggero degli avanzi: "Nella zuppa del giorno prima le verdure cedono ancora più principi attivi, come del resto recitava un adagio della nonna che diceva che di notte la zuppa non dorme".

Ma la natura non invita solo a beneficiare dei suoi frutti più semplici. Anche le erbe che si trovano nei prati incolti contengono prodigiosi componenti utili a curare più di una patologia. "Negli anni Sessanta – ricostruisce una curiosa vicenda Vestita – giovani orse dello zoo di Berlino si risvegliavano dal letargo in preda a dolorosissime cistiti. Per scoprire il motivo per cui fuori dalla cattività ciò non accadeva, si seguirono gli animali allo stato brado e si scoprì che si facevano scorpacciate di ortiche. E studi recenti ne hanno confermato l’effettiva attitudine a disinfettare le vie urinarie. Così come è un impagabile diuretico il sedano".

Chi si avvicina ai banchi del mercato con l’intenzione di fare una spesa consapevole deve tenere a mente un’equazione imprescindibile: "Fingere di avere poco tempo e poco denaro. Perché i benefici maggiori si ottengono dal pesce povero come quello azzurro che costa due lire rispetto alle specie più costose e ritenute più prelibate, così come le carni da brace sono altamente sconsigliabili non solo per il prezzo ma perché portarle su una griglia a 450 gradi sviluppa acroleina, tossica per il fegato e irritante per la mucosa gastrica". Così molto meglio, secondo Vestita, riabilitare anche per le carni metodi di cottura come la bollitura che in più sgrassa ciò che c’è in pentola. E privilegiare sempre la stagionalità. "Tanto più che adesso i campi ci danno broccoli, cavoli e cappucci che costano poco e sono i capofila dei cibi anticancro".

Nel libro però c’è anche posto per ciò che consola il palato anche se si tratta di qualche peccatuccio di gola: "Perché non si può sempre mangiare da malati per morire sani", chiosa Vestita. Ma anche in quel caso, mai tradire la natura, che non lesina nemmeno delizie da gourmet. Basta saper scegliere.

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