Nascita di una Nazione, l'Italia in mostra a Palazzo Strozzi

A Firenze le opere di Guttuso, Fontana e Schifano e grandi maestri del '900: viaggio fra arte e politica nel Belpaese degli anni Cinquanta e Sessanta

Renato Guttuso (Bagheria 1911-Roma 1987) La battaglia di Ponte dell’Ammiraglio, 1955

Renato Guttuso (Bagheria 1911-Roma 1987) La battaglia di Ponte dell’Ammiraglio, 1955

Firenze, 15 marzo 2018 - Rosso, bianco e verde. Tre colori dominanti per il tuffo nel passato prossimo del nostro Paese proposto dalla mostra felicemente allestita nelle sale di Palazzo Strozzi, a meno di due settimane dallo spoglio delle schede elettorali. Certezze e fervore di ieri stridono forse se paragonate alle insicurezze dell’Italia di oggi; simboli, protagonisti e ideologie appaiono talmente lontani dalla situazione politica in fieri, da trasformare falce e martello in arcaici oggetti da cascina. Non lascia quindi indifferenti chi abbia un’età di mezzo, passare attraverso le 80 opere che danno vita a “Nascita di una Nazione. Tra Guttuso, Fontana e Schifano“, viaggio tra arte, politica e società nell’Italia tra gli anni Cinquanta e il periodo della contestazione attraverso ottanta opere di artisti come Renato Guttuso, Lucio Fontana, Alberto Burri, Emilio Vedova, Enrico Castellani, Piero Manzoni, Mario Schifano, Mario Merz e Michelangelo Pistoletto.

Curata da Luca Massimo Barbero, l’esposizione vede per la prima volta riunite assieme opere emblematiche del fermento culturale italiano tra gli anni Cinquanta e la fine dei Sessanta: un itinerario artistico che parte dal trionfo dell’Arte Informale per arrivare alle sperimentazioni su immagini, gesti e figure della Pop Art in giustapposizione con le esperienze della pittura monocroma fino ai nuovi linguaggi dell’Arte Povera e dell’Arte Concettuale. La mostra racconta la nascita del senso di Nazione attraverso gli occhi e le pratiche di artisti che, con le loro sperimentazioni, da un lato fanno arte di militanza e impegno politico, dall’altra reinventano i concetti di identità, appartenenza e collettività collegandosi alle contraddizioni della storia d’Italia negli anni successivi al cupo periodo del fascismo e della guerra.

Sono questi gli anni del cosiddetto “miracolo economico”, momento di trasformazione profonda della società italiana fino alla fatidica data del 1968, di cui nel 2018 ricorre il cinquantesimo anniversario. È in questo ventennio che prende forma una nuova idea di arte, proiettata nella contemporaneità attraverso una straordinaria vitalità di linguaggi, materie e forme che si alimentano di segni e figure della cronaca. Come in una sorta di “macchina del tempo” costruita per immagini dal curatore con un taglio originale e mai pesante, l’esposizione narra il periodo più fertile dell’arte italiana della seconda metà del Novecento, che oggi è riconosciuto come contributo fondamentale per l’arte contemporanea, ripercorrendo alcuni temi identitari di un Paese in cui l’arte viene concepita sia come forza innovatrice sia come strumento di approfondimento di un più ampio contesto culturale. 

Nascita di una Nazione vuole offrire una chiave di lettura ad un periodo artistico che si è intrecciato indissolubilmente con lo sviluppo dell’Italia e che ha tratto dalla politica, dal costume e dai cambiamenti sociali linfa vitale - spiega il curatore, Luca Massimo Barbero - . Le sale riassumono le tensioni sociali, politiche, culturali e sociali di quegli anni dando un quadro straordinariamente ricco ed eterogeneo di ricerche artistiche che può sorprende vedere qui riunite per assonanze e contrasti, ma che fotografano un dialogo che risulta, a maggior ragione oggi, assolutamente vitale”.

Ad aprire il percorso della mostra ecco pararsi l’imponente “Nascita di una Nazione”, uno dei capolavori del ‘realismo militante’ di Renato Guttuso, la battaglia di Ponte dell’Ammiraglio (1951-1955) realizzata per l’Istituto di Studi Comunisti Palmiro Togliatti delle Frattocchie. Attorno alla grande tela, documenti e immagini filmate che ripercorrono la storia del nostro paese dagli anni  ’50 fino al ’68 tratte dal mondo del cinema, della moda della politica in opposizione ad altre espressioni di quello stesso periodo. In dialogo con l’opera iconica di Guttuso, le poetiche delle nuove avanguardie rappresentate dall’astrazione antirealista di Giulio Turcato con le bandiere rosse stilizzate del suo “Comizio” (1950) e da due opere del decennio successivo, il provocatorio collage su stoffa Generale incitante alla battaglia (1961) di Enrico Baj e il décollage sul volto di Benito Mussolini, “L’ultimo re dei re” (1961) di Mimmo Rotella.

Occhi puntati sull'all’arte informale a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, con l’esistenzialismo tormentato di opere come “Scontro di situazioni ’59-II-1” (1959) di Emilio Vedova, i tagli nel metallo “Concetto Spaziale, New York 10’” (1962) di Lucio Fontana e le sperimentazioni radicali di Alberto Burri su juta, tela e legno bruciato. Abbagliante per il suo candore l'allestimento completamente bianco, la serie di opere ‘acromatiche’ di Piero Manzoni, presente in mostra anche con una delle sue celeberrime scatolette ‘Merda d’artista’ che forse, dall’alto dei suoi 57 anni, non riesce più a sortire alcuna traccia di choc. Infine lo scoppio della Contestazione trova la sua raffigurazione nell’iperpoliticizzazione concettuale di dipinti sul tema della militanza (in cui il rosso la fa da padrone) e di trionfo del rosso come “Compagni compagni” di Schifano e “Corteo” di Franco Angeli, entrambi datati 1968. Ed è dello stesso anno, a ideale chiusura del percorso della mostra, l’installazione dell’Italia, a testa in giù e appesa ad un filo (esplicito rimando a piazza Loreto), di Luciano Fabro, simbolo di una trasformazione sociale e culturale che in venti anni aveva portato al sovvertimento degli stessi concetti di Nazione e Paese. A questo stivale capovolto fa da contraltare una soffice Italia in pelliccia realizzata da Fabro l’anno successivo.

“Questa mostra si iscrive nella consolidata indagine intorno all’arte e alla cultura della modernità condotta da Palazzo Strozzi negli ultimi anni - le parole del direttore generale della Fondazione, Arturo Galansino - . Oltre a ricordare il cinquantesimo anniversario del fermento culturale e sociale legato al Sessantotto, l’esposizione celebra lo straordinario momento creativo del secondo dopoguerra italiano, un periodo pienamente riscoperto nella sua importanza storico artistica prima all’estero, sia dalle grandi istituzioni museali che dal collezionismo internazionale, che nel nostro Paese. “Nascita di una Nazione” presenta al vasto pubblico di Palazzo Strozzi la grande arte moderna italiana in un modo nuovo e originale, soprattutto fondato su un approccio storico e didattico in grado di rendere l’arte moderna accessibile a tutti”.  Promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi con il sostegno di Comune di Firenze, Camera di Commercio di Firenze, Associazione Partners Palazzo Strozzi e  Regione Toscana, la mostra è realizzata con il contributo di Fondazione CR Firenze. Main sponsor Banca CR Firenze Intesa Sanpaolo.

Vademecum Dal 16 marzo al 22 luglio  Firenze, Palazzo Strozzi Biglietti: intero € 12, ridotto € 9,50, scuole € 4 Info: +39 055 2645155 [email protected] http://www.palazzostrozzi.org

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