Giovedì 25 Aprile 2024

Napoli “ingrata“ riabbraccia il suo Caruso

Un Museo a Palazzo Reale dedicato al grande tenore a 150 anni dalla nascita. Un “risarcimento“ dopo la rottura per i fischi al debutto

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di Nino Femiani

"Sono un napoletano del centro storico, non lontano da vico San Giovanniello ad Ottocalli in cui viveva Enrico Caruso. Per questo motivo non posso che essere felice di questa che considero un’impresa". Così il titolare del dicastero, Gennaro Sangiuliano, saluta la nascita di una nuova “casa“ per Caruso, un museo che vedrà la luce a Napoli il 20 luglio 2023 nelle sale di Palazzo Reale. Una dimora reale a 150 anni dalla nascita. "Caruso resta uno dei personaggi più emblematici e rappresentativi. La cultura è fatta dalle nostre radici e dalla nostra storia e Caruso è una parte di tutti noi, del nostro sedimento, di quello che Vico chiamava ‘idem sentire comune’. Siamo figli della nostra storia e della nostra tradizione che si compongono di tanti tasselli. Uno di questi è Enrico Caruso".

Il museo aprirà nella monumentale Sala Dorica e non sarà una semplice esposizione di cimeli – promette la curatrice del Museo Caruso, Laura Valente – ma una vera e propria stanza delle meraviglie, con animazioni in 3D, piattaforme multimediali, postazioni e installazioni musicali e cinematografiche, un caleidoscopio di effetti rivolto a un pubblico eterogeneo che coinvolgerà i bambini, gli appassionati, gli addetti ai lavori e visitatori da tutto il mondo.

L’installazione sarà anche una sorta di risarcimento a Enrico Caruso, le cui vestigia erano conservate in due stanzette nel rione San Giovanniello, tra l’Albergo dei poveri e calata Capodichino, 40 metri quadrati di un appartamento, dove Enrico Caruso nacque nel 1873, diciottesimo figlio concepito da Anna Baldini e dall’operaio Marcellino Caruso, ma il primo che riuscì a sopravvivere e a crescere. Sarà un omaggio che cercherà di far dimenticare i fischi che ‘Napoli ingrata’ gli tributò nel suo debutto al San Carlo (qualcuno però dice che il fiasco è solo una leggenda) e che insieme alle cattive recensioni spinsero il “tenore dei due mondi“ a non voler più cantare a Napoli.

"Caruso – aggiunge Sangiuliano – è un esempio eccelso del genio italico. Fu il primo cantante della storia della musica mondiale a capire e a utilizzare le immense potenzialità dell’industria discografica. La popolarità globale della canzone napoletana è intimamente legata al suo nome".

Caruso fu il primo cantante lirico a prestare la sua vocalità per le registrazioni in 4D. Nel 1902 questo significava essere audaci: vendette più di un milione di dischi con la sola incisione dell’aria Ridi pagliaccio.

Un legame sottotraccia quello con Napoli, odio e amore, mentre con New York – dove era osannato – il legame fu indissolubile, tanto che all’inaugurazione del museo Caruso sono stati invitati il sindaco di New York e il direttore del Metropolitan Opera House. Una celebrità globale, e per questo motivo il ministro Sangiuliano lancia al sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, una proposta: "Intitoliamo a Caruso l’aeroporto di Napoli, in questo scalo arrivano migliaia di cittadini americani ogni anno".

La curatrice Laura Valente racconta che il museo Caruso conterrà contesti, atmosfere, installazioni immersive e costituisce il punto di arrivo di un grande progetto organico e interdisciplinare che parte con le celebrazioni del 25 febbraio, data di nascita del tenorissimo.

"Caruso più di ogni altro è l’icona di una italianità nobile e leggendaria – osserva Valente – legata anche alla sua doppia anima: tenore lirico osannato nei più importanti teatri del mondo (successi travolgenti alla Scala di Milano, star del Metropolitan di New York dal 1903 al ’20), ineguagliabile interprete di melodie immortali della canzone napoletana, il primo cavallo di razza dell’industria discografica a vendere un milione di dischi, entrando nell’Olimpo delle voci più popolari della storia della musica. Questo museo sarà un archivio in cammino".

Fondamentale la sinergia con un donatore, Luciano Pituello, che con la sua Associazione Museo Enrico Caruso, Centro Studi Carusiani di Milano, ha dedicato tutta la sua vita a collezionare cimeli e incisioni originali. Il Fondo Pituello, già in parte destinato al Comune di Lastra a Signa, dove ha sede il Museo Caruso di Villa Bellosguardo (residenza italiana di Caruso), sarà il fulcro della nuova installazione a Napoli: costumi, dischi, grammofoni d’epoca, spartiti originali con segni autografi dell’artista, per un valore complessivo stimato intorno al milione di euro.

La collaborazione avviata con il Comune di Lastra a Signa, la sindaca Angela Bagni e il sindaco di Firenze, Dario Nardella consentirà di avere per l’inaugurazione del Museo a Napoli anche dei pezzi straordinari, come il costume di Canio (dai Pagliacci di Ruggero Leoncavallo) appartenuto al tenore.

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