Giovedì 18 Aprile 2024

Vladimir Nabokov, la poesia su Superman pubblicata per la prima volta

Rifiutata nel 1942 dal New Yorker, è stata ritrovata quasi per caso: racconta il dispiacere dell'Uomo d'Acciaio, che non può avere figli da Lois Lane

Scena da 'Batman v Superman: Dawn of Justice' - Foto: Warner Bros.

Scena da 'Batman v Superman: Dawn of Justice' - Foto: Warner Bros.

Prima di diventare celeberrimo grazie al romanzo 'Lolita' (1955), lo scrittore Vladimir Nabokov scrisse una poesia intitolata 'The Man of To-morrow's Lament' nella quale Superman si dispiace di non potere avere figli insieme a Lois Lane: l'allora editore del New Yorker, cui la propose nel giugno del 1942, decise di non pubblicarla e così le rime non videro mai la luce, su nessun'altra testata. Fino a oggi: sono state infatti inserite nelle pagine del settimanale britannico Times Literary Supplement.  

La poesia su Superman di Vladimir Nabokov

La poesia, che non manca di una certa ironia, è scritta dal punto di vista dell'Uomo d'Acciaio (Nabokov adorava i suoi fumetti). Mentre lui e Lois camminano mano nella mano in un parco cittadino, lui ragiona su quanto è diverso dalla donna che ama: per esempio deve indossare gli occhiali perché altrimenti di lei vede polmoni, fegato e cuore. Poi si intristisce perché non può sposarla e avere figli con lei: "il matrimonio sarebbe un omicidio da parte mia": la sua "esplosione d'amore" probabilmente ucciderebbe la moglie. E anche se ciò non fosse accaduto e il suo "fragile corpo" fosse sopravvissuto, "quale mostruoso figlio, una volta abbattuto il chirurgo / si sarebbe precipitato per le strade della città sbalordita?".  

Il rifiuto e il successivo ritrovamento della poesia

Vladimir Nabokov, nato in Russia e trasferitosi negli Stati Uniti nel maggio del 1940, scrisse la poesia in inglese e, nella lettera di accompagnamento al New Yorker, confessò di avere avuto grandi difficoltà a maneggiare una lingua che non conosceva alla perfezione. Mise anche le mani avanti avvertendo che alcuni versi avrebbero potuto essere considerati un po' osé. In ogni caso, qualora fosse stata accettata e pubblicata, sperava "in un onorario il più adeguato possibile al mio passato russo e alle mie presenti agonie". Charles Pearce, responsabile del settore poesia presso il New Yorker, gli rispose che effettivamente alcuni versi erano problematici e soprattutto che i lettori non avrebbero compreso lo spirito della poesia nel suo complesso. Dunque niente pubblicazione. Per anni di 'The Man of To-morrow's Lament' si persero le tracce. È stato Andrei Babikov, studioso di letteratura russa, a ritrovarla in un faldone conservato nella sezione della biblioteca dell'Università di Yale dove sono conservati manoscritti e libri rari e antichi. Così, a decenni di distanza, il lamento di Superman ha finalmente visto la luce.

 

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