Venerdì 19 Aprile 2024

Andar per mostre, da Padova a Bari. Gli appuntamenti di inizio autunno

Artemisia Gentileschi, l'opera mai esposta censurata da Facebook a Conversano, il ruggito della Pop Art a Torino e molto altro: cosa scegliere nel cartellone delle rassegne d'arte

Artemisia Gentileschi, Caritas Romana, XVII sec.

Artemisia Gentileschi, Caritas Romana, XVII sec.

Bari, 24 settembre 2018 - Artemisia censurata: ancora pochi giorni per ammirare un dipinto mai visto. Chiude domenica a Conversano (Bari), la bella mostra finita agli onori delle cronache per aver subito la censura di Facebook: fra le opere esposte c’è l’intensa rappresentazione di un uomo che sugge latte da un seno femminile: metafora profonda, la ‘Caritas romana’ di Artemisia Gentileschi era stata scelta per rappresentare l’esposizione. Ma l’inserzione che doveva promuovere l’evento è stata cancellata a causa della presenza di “un’immagine che mostra eccessivamente il corpo o presenta contenuti allusivi”. Definisce così Facebook il dipinto di Artemisia Gentileschi, non-simbolo della mostra “Artemisia e i pittori del Conte”, in corso nel Castello e nella chiesa di San Giuseppe di Conversano (Bari). Cancellata. Quasi fosse un’opera pornografica. Colpa della cecità dell’algoritmo o dell’eccesso di zelo di una segnalazione del post, poco importa: risultato, l’ennesimo caso di censura Vittoriana in campo artistico. Tanti i precedenti illustri, dal Bacio di Rodin, alla Venere di Willendorf, fino all’Ice cream di Axell. “Altre volte, però, Facebook era tornata sui suoi passi. In questo caso, invece, il customer care ci ha detto che la decisione era irremovibile, riproponendoci sempre lo stesso messaggio iniziale”, le parole del social media manager dell’evento Antonio Lacandela di Marker Advdell. L’organizzatore dell’esposizione, Carlo Mansueto, la definisce una censura clamorosa, “se si pensa che su Facebook e Instagram vengono pubblicate spesso foto dal contenuto ambiguo senza che nessuno intervenga, ma poi bloccano un dipinto che non ha alcun richiamo sessuale. Promuoveremo la mostra con un’altro dipinto e non con quella magnifica opera”. E non una qualsiasi, ma un inedito, visibile al pubblico per la prima volta fra le 60 tele che celebrano la collezione di Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona e che segnano il ritorno in Puglia di opere provenienti da Musei e collezioni private tra cui Il Trionfo di Bacco, di Finoglio, conservato al Museo Nacional del Prado e il dipinto inedito di Artemisia Gentileschi (Caritas Romana, appunto), un quadro di stile caravaggesco di grande fascino, di cui si trova traccia nella collezione del conte. “Non una mostra su Artemisia Gentileschi ma sulla collezione privata del conte Giangirolamo Acquaviva d’Aragona tra le quali un dipinto che potrebbe essere un inedito della pittrice romana”, sottolineano i curatori.

Artemisia e i pittori del Conte, Castello Normanno e nella chiesa di San Giuseppe di Conversano - Fino al 30 settembre - Info 080/4959510, www.artemisiaconversano.it

 

 

Camera Pop - La fotografia nella Pop Art

La Pop Art si è abbattuta sull’Europa alla Biennale di Venezia del 1964 e oggi, nonostante molte cose siano cambiate anche nel Sistema arte, quella lezione ha ancora cose da dire. Lo dimostra l’esposizione “Camera Pop” in corso al Centro italiano per la fotografia Camera di Torino, che pone l’accento sul ruolo delle immagini fotografiche nella costruzione di quell’universo colorato: 150 tra quadri, foto, collage e grafiche. «La fotografia è stata per gli artisti Pop, non solo fonte di ispirazione, ma vero strumento di lavoro, parte essenziale della loro ricerca» spiega Walter Guadagnini, esperto di Pop Art e direttore di Camera, che ha sviluppato l’esposizione intorno a tre numi tutelari: il britannico Richard Hamilton, che più passano gli anni più prende rilevanza nell’analisi storica; l’americano, ma forse bisognerebbe dire l’universale, Andy Warhol e l’italiano Mario Schifano. Attorno ai loro lavori ruotano molte altre storie, come il magnetico Divertiamoci di Mimmo Rotella, o la Mezza bocca di Claudio Cintoli (che è poi l’immagine simbolo della mostra), e naturalmente, le storiche fotografie newyorchesi di Ugo Mulas. Tanti i prestiti nazionali e internazionali che si incontrano lungo il percorso espositivo, che parte dal famoso collage What is that makes today’s homes so different, so appealing di Richard Hamilton, prima opera Pop della storia. E ancora, tra le opere iconiche 10 Marilyn di Warhol e la Brigitte Bardot di Gerald Laing.

Camera Pop - La fotografia nella Pop Art di Warhol, Schifano & Co, Centro italiano per la fotografia Camera di Torino, via delle Rosine 18, Torino - Fino al 13 gennaio - Info, 011.0881150, www.camera.to 

 

 

La stanza di Mantegna - Tesori dal Musée Jacquemart-André da Parigi Una piccola perla, sei capolavori del maestro padovano da godere nella suggestiva cornice di Palazzo Barberini, a Roma. A cura di Michele Di Monte, la mostra è frutto di uno scambio con il Museo Jacquemart-André di Parigi e ruota intorno a un ristretto numero di opere di notevole qualità e di grande importanza, sia dal punto di vista della storia dell’arte, sia da quello della storia del collezionismo e del gusto, fra cui due capolavori di Andrea Mantegna. Sei le opere in mostra, raccolte dal celebre collezionista Edouard André (Parigi 1833-1894) e da sua moglie Nélie Jacquemart (Parigi 1841-1912), che lasciarono in eredità la loro prestigiosa collezione allo Stato francese. La selezione è incentrata sul capolavoro di Andrea Mantegna, Ecce Homo, chiara sintesi di inizio Cinquecento tra le esigenze della pittura devozionale e una costruzione scientifica delle forme anatomiche e dello spazio. Il quadro di Mantegna riveste un ulteriore, eccezionale interesse anche per il suo stato di conservazione, che documenta la tecnica esecutiva originale del pittore e gli effetti estetico-visivi da lui perseguiti. Accanto all’Ecce Homo un’altra opera attribuita allo stesso Mantegna, la più giovanile Madonna con il Bambino tra i santi Gerolamo e Ludovico di Tolosa, che testimonia, con una cronologia più precoce (1455), l’interpretazione mantegnesca delle immagini di Maria, soggetto ampiamente trattato in area veneta dalla bottega di Giovanni Bellini, con cui Mantegna era in stretto contatto. Questi sviluppi iconografici ed estetici possono cogliersi chiaramente nella piccola tavola, Madonna col Bambino, di Giovanni Battista Cima da Conegliano, che riprende e riformula quell’ormai autorevole e fortunato modello tipologico. Il raro ritratto su pergamena di Giorgio Schiavone illustra invece l’interesse per il genere allo stesso tempo moderno e classicizzante del ritratto celebrativo, declinato in un profilo inciso di ispirazione antica e reso con un gusto prezioso della materia che l’artista aveva maturato nella bottega del mastro padovano Francesco Squarcione. Il culto delle forme dell’arte antica è altrettanto evidente sia nel disegno di scuola mantegnesca, Ercole e Anteo, sia nel ricercato bronzetto di Andrea Briosco, detto il Riccio, anch’egli attivo in area padovana, che raffigura Mosè con l’eleganza della posa e il panneggio solenne di una piccola statua classica.

La stanza di Mantegna. Capolavori dal Museo Jacquemart-André di Parigi - Palazzo Barberini, via delle Quattro Fontane 13 (Roma) -  Fino al 27 gennaio - Info 06/4824184, www.barberinicorsini.org

 

 

Prato: il museo immaginato Le opere di Merz e Acconci, Pistoletto e Kapoor, Mapplethorpe e Araki scelte per festeggiare i primi 30 anni di attività del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato. Dati statistici, aneddoti e ricordi, memorabilia per ripercorrere le vicende del “Pecci”, com’è affettuasomante chiamato, nella mostra che intende raccontare la filosofia di una realtà molto attiva nel panorama della cultura: un museo che dal 1988 ha presentato oltre 250 tra mostre di arte, design, moda e un fitto programma di eventi legati alla letteratura, alla musica, alla performance e al teatro. In occasione delle celebrazioni del trentennale anche una serie di eventi multidisciplinari: la mostra “Codice Colore, opere dalla collezione di Alessandro Grassi” (fino al 2 dicembre); la performance di Kinkaleri dal titolo “Otto” (attivata ogni venerdì e domenica fino al 21 ottobre); “Raid”, una nuova performance di Marcello Maloberti, commissionata dal Centro Pecci in occasione della Giornata del Contemporaneo del 3 ottobre, e a novembre “The Second Summer of Love“, una serie di film d’artista che racconta un altro anniversario riferito al 1988, quello dell’esplosione di musica elettronica e giovanile. Il museo immaginato. Storie da trent’anni di Centro Pecci, viale della Repubblica 277, Prato - Fino al 25 giugno - Info 0574/5317, centropecci.it

 

 

Antonio Ligabue. L’uomo, il pittore

Oltre settanta dipinti, 10 opere su carta e 7 sculture del genio naïf di cui tutto, o quasi, è stato detto; una lettura storica e critica dell’opera dell’artista italo-svizzero, ancora oggi una delle personalità più interessanti dell’arte del Novecento. Il percorso della mostra è diviso per temi: il rapporto con l’autoritratto, gli animali selvaggi e domestici, il lavoro dei campi. Esposti per la prima volta una quarantina di documenti originali, dedicati alla vicenda biografica del “Matt”, come lo chiamavano a Gualtieri.  Antonio Ligabue. L’uomo, il pittore - Musei Civici degli Eremitani, piazza Eremitani 8, Padova - Fino al 17 febbraio - Info 049/2010010, www.padovanet.it

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