Martedì 23 Aprile 2024

Gli anni di Kennedy, il sogno americano

Bologna: da oggi a Palazzo Belloni la mostra fotografica dedicata a John e Jackie

Un ritratto di Jackie Kennedy esposto a Bologna (Fotoschicchi)

Un ritratto di Jackie Kennedy esposto a Bologna (Fotoschicchi)

Bologna, 2 marzo 2019 -  Viaggiare nel sogno americano, entrare nella vita della famiglia più amata d’America, sfogliare le pagine di una tra le love story più affascinanti di sempre, ammirare lo stile di una icona dell’eleganza, la cui influenza ha cavalcato i decenni. The Kennedy Years, che si apre oggi a Palazzo Belloni (fino al 5 maggio), offre un’esperienza di 500 metri quadrati per 360 foto, dedicata alla famiglia reale a stelle e strisce, con la curatela di Frédéric Lecomte-Dieu, che che dal 1995 lavora come biografo della famiglia Kennedy e che ammette di aver allestito proprio a Bologna "la mostra più importante di sempre, con quasi quattrocento foto".

È sempre lui ad aver scritto le didascalie che, in alleanza con questi scatti intimi – dove privato e pubblico, famiglia e politica, si incrociano – creano un racconto paragonabile a un film, come sottolinea Beppe Boni, condirettore del Resto del Carlino, affermando che "è come se le fotografie, scorrendo le stanze, si muovessero".

Il curatore della mostra Frédéric Lecomte-Dieu
Il curatore della mostra Frédéric Lecomte-Dieu

Dopo pochi anni, nel 1960, passeranno alla storia come la coppia presidenziale più giovane e ammirata degli Stati Uniti e del mondo intero ed è interessante come il racconto di questa storia d’amore e della cornice familiare declinata nel tempo libero, nei giochi spensierati coi figli, nel tempo libero passato per mare (in uno scatto si vede John sul cacciatorpediniere USS Joseph Patrick Kennedy Jr che indossa gli "orribili calzini da tennis", tanto detestati da Jackie, mentre assiste all’America’s Cup con la moglie seduta per terra, al suo fianco) prenda il sopravvento sulla tragedia per cui i Kennedy vengono ricordati: la morte di JFK il 22 novembre del 1963 a Dallas. "Non è una mostra triste, è una mostra felice – sottolinea infatti il curatore – perché ci mostra una famiglia felice con un profondo senso dell’amicizia".

In una saletta è riunito il mondo di Jackie, attraverso fotografie che ce la restituiscono sempre sorridente, elegante, con outfit unici (quando arrivò a Roma nel 1962, per la visita ufficiale, scelse di indossare un cappotto leopardato di Oleg Cassini e quando andò a Dallas portava quel tailleur Chanel rosa, passato tristemente alla storia) che emergono nei parterre.

E poi c’è la copia del suo abito da sposa disegnato dalla stilista Ann Lowe, con gonna di taffetà abbellita da ampi cerchi di nastri intrecciati di minuscoli fiori d’arancio. Per la cover del catalogo è stata scelta una foto molto colorata e anni Cinquanta, un ritratto di Jacques Lowe, commissionato da Joseph Kennedy che voleva molto bene a Jackie: lei indossa gli orecchini di perle montate su oro, l’abito a fantasia vichy giallo acceso e il rossetto rosa, insostituibile.

Il mito dei Kennedy aleggia sul capoluogo felsineo, dove l’arrivo di questa eccezionale mostra è stato partecipato da tante realtà (ieri sono arrivati anche il console generale degli Stati Uniti a Firenze Benjamin V. Wohlauer e il figlio di Andrè Malraux, ministro alla cultura di De Gaulle, Alain Malraux) che hanno voluto celebrare l’occasione culturale: Ciicai, Car, Confcommercio, Galleria Cavour (dove verrà ospitata una parte della mostra con dieci immagini selezionate dal curatore che non sono in mostra a Palazzo Belloni) sono sostenitori.

Comune di Bologna, la città Metropolitana e la Regione sono patrocinatori e Bologna Welcome, Monrif.net, Speed, Vivaticket e Cacciari, partner. Infine QN Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno e Il Telegrafo, sono media partner.

Un pensiero dedicato a Marisa Monti Riffeser, presidente di Monrif, scomparsa la scorsa settimana, lo porta Frédéric Lecomte-Dieu: "Ci tenevo a parlarvi della signora Riffeser – ha detto – che aveva molte similitudini con Jackie Kennedy, perché so che ha fatto tanto per la gente e mi sono accorto la settimana scorsa, adesso vivo a Milano, che quando si è saputo della sua morte c’è stata una reazione di grande commozione da parte della gente. Credo proprio che abbiate perso una grande persona".

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