L'inquinamento uccide 9 milioni di persone all'anno, pari a un decesso su sei nel mondo. Il dato si riferisce al 2019 ed è stato pubblicato su The Lancet Planetary Health, confermando quanto già rilevato da altri studi sul tema. La novità del report, che è un aggiornamento dell'ultimo The Lancet Commission on Pollution and Health (datato 2017), sta nel gran numero di dettagli messi sul piatto dagli esperti, che oltre a chiarire da dove arrivino le maggiori minacce per la salute umana, offrono anche uno sguardo più ampio su come gli scenari siano cambiati dall'inizio degli anni 2000. Inquinamento e morti premature: quali sono le principali cause Gli scienziati hanno preso in esame le informazioni fornite dal più recente Global Burden of Disease Study, stabilendo che dei 9 milioni di decessi globali del 2019 dovuti alle sostanze inquinanti, 6,67 milioni sono riconducibili all'inquinamento atmosferico, indoor o outdoor. L'inquinamento idrico è invece responsabile di 1,36 milioni di morti premature, seguito dal piomb o con 900mila morti e dagli agenti tossici in ambito professionale con 870mila morti. La situazione nei paesi più poveri Rispetto ai primi anni del 2000, nei paesi in via di sviluppo e soprattutto in Africa si è registrato un calo delle morti legate alla presenza di gas di combustione in ambienti domestici e al consumo di acqua non sicura. Secondo gli autori, sono diversi i fattori che hanno contribuito a migliorare le cose, tra cui il potenziamento dei sistemi di approvvigionamento idrico, l'accesso a cure migliori, l'uso di combustibili più puliti. Tuttavia, questo calo di mortalità è stato compensato da un significativo aumento negli ultimi vent'anni dei decessi provocati dall'esposizione all'inquinamento industriale – ossia inquinamento dell'aria, inquinamento da piombo e altre forme di inquinamento chimico. A preoccupare è in particolare il Sud-Est asiatico, dove tale fenomeno si combina con l'invecchiamento della ...
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